La desertificazione commerciale accelera: dal 2012 scomparsi 118.000 negozi

La desertificazione commerciale accelera: dal 2012 scomparsi 118.000 negozi

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In Italia tra il 2012 e il 2024 sono spariti numerosi negozi al dettaglio e attività di commercio ambulante, mentre sono in aumento le attività di alloggio e ristorazione. Le imprese straniere nel settore commerciale crescono rapidamente rispetto a quelle italiane. La desertificazione commerciale minaccia i centri urbani, ma progetti di riqualificazione urbana possono contrastarla. Ci sono proposte per rigenerare gli spazi pubblici, promuovere la mobilità sostenibile, riaprire negozi vuoti e gestire le città in modo partecipativo. Le tecnologie digitali possono aiutare le politiche per il commercio locale. Confcommercio lavora per sostenere le attività di vicinato e promuovere la riqualificazione urbana.

La desertificazione commerciale in Italia: un problema in aumento

Recenti studi hanno evidenziato un preoccupante declino del settore commerciale in Italia, con la scomparsa di migliaia di negozi al dettaglio e attività di commercio ambulante. L’analisi ha mostrato un aumento significativo delle attività di alloggio e ristorazione, evidenziando una crescita del numero di imprese straniere rispetto a quelle italiane.

La situazione è particolarmente critica nei centri storici, dove si registra una chiusura maggiore rispetto alle periferie. La riduzione di negozi tradizionali è accompagnata da un aumento dei servizi, con una notevole espansione degli affitti brevi. Le regioni del Nord mostrano le maggiori perdite, mentre al Centro-Sud si registrano segni di maggiore tenuta.

Per contrastare la desertificazione commerciale, sono necessari progetti di riqualificazione urbana che mirino a mantenere servizi essenziali, vivibilità e attrattività dei centri urbani. In questo contesto, il progetto Cities di Confcommercio propone soluzioni per la rigenerazione delle città e il rafforzamento delle economie locali.

Le proposte includono la promozione della mobilità sostenibile, l’attivazione di accordi per la riapertura dei negozi sfitti e la gestione partecipata delle città come beni comuni. Inoltre, l’uso delle tecnologie digitali può guidare politiche più efficaci per il commercio locale, contribuendo a una migliore programmazione degli interventi e alla valorizzazione del tessuto urbano.

Declino del commercio e proposte di rigenerazione urbana

Secondo un’analisi condotta da Confcommercio, dal 2012 al 2024 in Italia sono scomparsi quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante, mentre le attività di alloggio e ristorazione sono aumentate di 18.500 unità. In questo contesto, si è registrata una crescita significativa delle imprese straniere nel settore del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi, con un incremento del 41,4%, rispetto a un modesto aumento del 3,1% delle imprese a titolarità italiana.

Nel panorama urbano italiano, si nota una netta diminuzione delle attività tradizionali nei centri storici, come quelle legate ai carburanti, ai libri e ai giocattoli, ai mobili e alla ferramenta, e all’abbigliamento, mentre aumentano i servizi come le farmacie e i negozi di computer e telefonia, insieme alle attività di alloggio che registrano un boom degli affitti brevi. Questo fenomeno di desertificazione commerciale colpisce maggiormente i centri storici rispetto alle periferie, con una chiusura più massiccia di negozi in queste zone.

Le regioni del Nord mostrano le maggiori perdite di negozi al dettaglio, mentre al Centro-Sud si registra una maggiore tenuta. La desertificazione commerciale rappresenta un rischio per la vivibilità, la sicurezza e l’attrattività delle città, e per contrastarla Confcommercio propone progetti di riqualificazione urbana che mantengano servizi essenziali, migliorino la qualità della vita e favoriscano la coesione sociale.

Le proposte del progetto Cities di Confcommercio includono la rigenerazione degli spazi pubblici e dei quartieri, la promozione di mobilità e logistica sostenibili, accordi per la riapertura dei negozi sfitti e una gestione partecipata delle città. Inoltre, si suggerisce l’utilizzo di tecnologie digitali per pianificare politiche più efficaci per il commercio locale, con l’obiettivo di sostenere le attività di vicinato e la vitalità delle comunità urbane.

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