La mia esperienza con il braccialetto elettronico: una testimonianza diretta

Lulù Selassié racconta la sua esperienza con il braccialetto elettronico
Durante la puntata zero della nuova stagione di Seconda Vita, Lulù Selassié ha rilasciato una lunga intervista a Gabriele Parpiglia in cui ha parlato apertamente del periodo difficile che ha vissuto con il braccialetto elettronico. Selassié ha spiegato che non ha scelto di optare per il rito abbreviato come ammissione di colpa, ma per evitare di finire in carcere, seguendo il consiglio del suo avvocato. Ha anche rivelato di aver scoperto della denuncia di Manuel Bortuzzo un mese dopo che egli l’aveva fatta.
Le difficoltà di vivere con il braccialetto elettronico
Selassié ha raccontato che il giudice ha deciso di imporle il braccialetto elettronico il 19 giugno e che è stato costretta a portarlo per dieci lunghi mesi. Questa misura ha avuto un impatto profondo sulla sua vita quotidiana, impedendole di lavorare e persino di uscire di casa durante l’estate. La distanza che doveva mantenere da Manuel Bortuzzo era di 500 metri, e nonostante non avesse alcun interesse a incontrarlo, le richieste per farle togliere il braccialetto sono state sempre rifiutate.
Selassié ha dichiarato: “È come avere l’anima spezzata, perché ti senti percepita da tutti come colpevole.” Ha anche parlato della difficoltà di nascondere il braccialetto agli occhi dei suoi amici e di come questa situazione abbia limitato la sua libertà personale. Nonostante i tentativi di revoca del braccialetto, il giudice ha sempre negato la richiesta.
Questa testimonianza tocca profondamente le emozioni e i pensieri di Selassié durante quel periodo difficile, portando alla luce le complesse dinamiche che si sono sviluppate intorno al caso.
Fonte: Twitter @Parpiglia, https://t.co/nyPj4V4Fx1
In questo modo il testo risulta più strutturato e ottimizzato per Google Discover, aumentando la possibilità di essere scoperto da un pubblico più vasto.
Non perderti tutte le notizie di gossip su Blog.it