La mia vita sotto scorta dal 2020: Le minacce della mafia spiegate da Massimo Giletti

La mia vita sotto scorta dal 2020: Le minacce della mafia spiegate da Massimo Giletti

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L’addio di Massimo Giletti da La 7 è stato improvviso e inaspettato. Le motivazioni reali di questa decisione non sono state rese note dal conduttore, ma sembra che ci siano ancora questioni aperte tra le parti. Giletti ha espresso il suo dispiacere per essere stato informato della fine del suo rapporto con il canale via e-mail, soprattutto considerando il rapporto di fratellanza che credeva di avere con Urbano Cairo, proprietario del network televisivo.

Durante un’intervista con Piero Chiambretti, Giletti ha accennato alla possibilità che la sua attività giornalistica abbia infastidito qualcuno, sottolineando il rischio che comporta affrontare tematiche legate alla mafia in modo serio. Ha inoltre rivelato di essere sotto scorta dal 2020 a causa di minacce ricevute, ma ha sottolineato che la paura non deve fermare chi si impegna a fare ciò che ritiene giusto.

Giletti ha esposto il suo pensiero sul sistema stato e sulla necessità che i giornalisti possano svolgere il proprio lavoro senza subire minacce o intimidazioni. Ha anche parlato dell’impegno contro la mafia durante la pandemia da Covid-19, ribadendo la sua determinazione nel contrastare le attività criminali.

In un momento più leggero della conversazione, Giletti ha condiviso la sua felicità per l’assegnazione di Sanremo a Carlo Conti, elogiandone le qualità umane. Ha scherzato sul ruolo di centrocampista nel contesto calcistico, paragonando Conti a grandi nomi del passato e sottolineando l’importanza del centrocampo in una squadra.

In conclusione, Massimo Giletti ha espresso la sua determinazione nel continuare il suo lavoro nonostante le difficoltà e le minacce subite, evidenziando la necessità di un sistema che protegga chi si impegna a svolgere una giornalistica libera e impegnata.

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