La riforma sull’Autonomia: i vantaggi che Bonaccini voleva

La riforma sull’Autonomia: i vantaggi che Bonaccini voleva

0

A Roma si è parlato di Autonomia differenziata e della riforma proposta dal ddl Calderoli. Secondo Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fdi, l’Autonomia differenziata era già presente in Costituzione dal 2001 e venne votata dalla sinistra, non da FdI. Foti ha sottolineato che il ddl Calderoli non solo non spezza l’Italia, ma anzi la avvantaggia. Se FdI ha approvato la riforma, è perché ritiene che sia positiva per il Paese.

Alcuni parlano di malumori all’interno del partito riguardo a questo tema, ma Foti li definisce solo “gossip”. Ha evidenziato che FdI è stato il gruppo meno assente in Aula durante le votazioni sulla riforma e ha sottolineato che ci sono altre questioni importanti da affrontare, come ad esempio la definizione di Roma Capitale. Foti ha ribadito che non si vuole spaccare l’Italia per questa riforma.

Foti ha parlato anche della reazione di Schlein, che era la vice di Bonaccini, sostenitore dell’Autonomia differenziata. Ha citato il fatto che la normativa sul regionalismo differenziato è stata voluta dalla sinistra e imposta con pochi voti di scarto in Parlamento. Foti ha sollevato il dubbio su perché Bonaccini, insieme a Zaia e Fontana, abbia chiesto l’Autonomia differenziata se era considerata il “male assoluto”.

Si è discusso anche della commissione presieduta da Sabino Cassese che ha due anni di tempo per definire i Livelli essenziali di prestazione. La legge introduce un vincolo riguardo alle risorse necessarie per attuare i Lep: se non ci saranno le risorse, le intese non si faranno. Foti ha evidenziato che Cassese e Guzzetta hanno chiarito questo punto e che non si può procedere senza le necessarie risorse.

Infine, Foti ha risposto alle preoccupazioni della Cei riguardo agli effetti della riforma sulla sanità e sui più fragili. Ha sottolineato che l’Italia ha già delle differenze territoriali in vari settori, compresa la sanità, che non dipendono dall’Autonomia differenziata. Ha invitato a interrogarsi sulle cause di queste disparità e a non attribuirle solo alla riforma in questione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!