La Sardegna impugnerà il Decreto Legislativo sulle materie prime critiche
Il governo, attraverso l’uso improprio di un decreto-legge, ha approvato una disciplina che va contro il nostro Statuto e le nostre competenze esclusive riguardanti lo sfruttamento di cave e miniere. Questo mette a rischio la possibilità per la Sardegna di proteggere l’ambiente e il paesaggio della regione. Il governo vuole escludere questi interventi dalla valutazione di impatto ambientale che la Regione dovrebbe svolgere sul proprio territorio, un atteggiamento pericoloso e irresponsabile.
La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha dichiarato che una volta che il decreto verrà convertito in legge, la Sardegna impugnerà il DL materie prime critiche alla Corte costituzionale. La Regione, insieme all’Assessore dell’Ambiente Rosanna Laconi e all’Assessore all’Industria Emanuele Cani, ha espresso un forte dissenso riguardo al disegno di legge sulle materie prime critiche di interesse strategico.
La Regione, in veste di coordinatrice della Commissione Ambiente, Energia e Sostenibilità (CAES), non ha visto accolti alcuni emendamenti che avevano lo scopo di rendere vincolante il parere delle Regioni nel procedimento autorizzativo e di rendere obbligatoria l’intesa delle Regioni per l’approvazione del Piano Nazionale delle Materie prime critiche. Nonostante l’opposizione della Sardegna, il decreto ha ottenuto il parere favorevole della maggioranza delle altre Regioni e l’approvazione definitiva dalla Camera dei Deputati.
La Regione ha lottato da sola per modificare il testo del decreto-legge nella speranza di far convergere le altre Regioni sull’importanza di emendare il testo, ma purtroppo senza successo. La Regione continuerà a difendere il proprio territorio e a tutelare l’ambiente e il paesaggio sardo, nonostante le decisioni del governo centrale.
La situazione è stata documentata dall’ufficio stampa della Regione Sardegna che ha pubblicato una foto relativa alla situazione. La Sardegna si prepara a difendere i propri interessi e ad agire legalmente per contrastare le decisioni del governo che mettono a rischio l’ambiente e il paesaggio della regione. La lotta per la difesa delle materie prime critiche continua.