La storia di Twitch, un successo dello streaming
Al giorno d’oggi lo streaming è una costante del quotidiano: le più importanti serie vengono prodotte dalle piattaforme in streaming, lo sport viene trasmesso in streaming, la musica viene fruita principalmente attraverso lo streaming, persino il videogaming si sta con sempre maggiore convinzione rivolgendo allo streaming. Una realtà alla quale si è arrivati grazie ad alcuni protagonisti che, prima di altri, hanno visto nelle trasmissioni tramite web il futuro dell’intrattenimento. Tra queste, un ruolo di spicco spetta a Twitch: la piattaforma oggi è uno dei più importanti nomi del settore, posizione che si è ritagliata grazie a una crescita per molti versi sorprendente.
Twitch, o per meglio dire il progetto destinato a trasformarsi in Twitch, è nato nel 2007 come un vero e proprio esperimento sociale, nato dalle idee di due studenti americani: Justin Kan ed Emmett Shear. Prendendo spunto dal format dei reality show, e ispirati dalla crescita di YouTube, i due misero in piedi uno dei primi esempi di live streaming di successo. Crearono Justin.tv, un sito caratterizzato da un’unica trasmissione: una live in tempo reale della vita di Justin Kan, 24 ore su 24. Realizzarono un sistema basato su una webcam montata su un cappellino e collegata a un laptop, alloggiato in un semplice zaino. Cappellino e zaino venivano indossati da Kan, che trasmetteva così la sua vita: la tv di Justin, appunto. Il successo, complice l’originalità dell’idea, fu travolgente: Kan interagiva con gli spettatori tramite un servizio di chat, e gli spettatori a loro volta interagivano con lo streamer in vario modo, per esempio ordinando al suo domicilio quantità spropositate di cibo.
Terminato l’esperimento, i proprietari del neonato sito si sono trovati tra le mani una piattaforma dalle potenzialità del tutto nuove: non esisteva ancora qualcosa che permettesse a chiunque di trasmettere in diretta qualsiasi contenuto desiderasse. Consapevoli di quest’aspetto decisero di dedicarsi alle specifiche della piattaforma e di creare un sito satellite: nel 2011 nasce Twitch.tv. L’idea dei fondatori era di dividere le live per genere: il nuovo sito era destinato ad accogliere esclusivamente contenuti a tema videoludico, ospitati in numero ormai enorme su Justin.tv, rendendo possibile trasmettere i propri gameplay. Una mossa talmente azzeccata che, in breve, il sito satellite ha oscurato il suo genitore, riassorbito da Twitch nel 2014: le live di videogiochi si sono rivelate il vero successo della piattaforma. Tra le discipline che hanno subito visto le potenzialità dello streaming, e di Twitch nello specifico, si segnala il poker. Il successo delle trasmissioni pokeristiche è sempre stato colto sul piccolo schermo: nella seconda metà degli anni 2000 era presente un numero senza precedenti di trasmissioni dedicate, e in alcuni casi persino di interi canali televisivi tematici. La naturale evoluzione, frutto del calo di interesse verso il mezzo televisivo, risiedeva proprio nel passaggio allo streaming delle trasmissioni sul poker: Twitch, in questo, è stata una delle piattaforme preferite, per la grande libertà concessa nella creazione sia di format “ufficiali” che di spazi per semplici creator, evidentemente a tema poker.
Nonostante il focus sui videogiochi, che al 2014 era ormai dominante sull’intera piattaforma, non è mai venuta meno la natura di originalità e di “esperimento sociale” di Twitch. Proprio nel 2014 il nuovo sito è diventato protagonista del primo vero fenomeno social della sua storia: Twitch Plays Pokémon. Un canale avviò la trasmissione di una partita a Pokémon Rosso, primo videogioco del franchise, dando i controlli agli spettatori, chiamati a digitare i comandi nella chat della live. Il successo, ancora una volta, è stato senza precedenti: la trasmissione è stata un fenomeno globale, affrontando uno dopo l’altro i giochi successivi dello storico franchise.
L’anno successivo, nel 2015, Twitch è stata comprata da Amazon. Era interessata all’acquisto anche Google, che tuttavia ha rinunciato in quanto già proprietaria di YouTube: un elemento significativo, in quanto riunire nella stessa proprietà due delle principali piattaforme streaming avrebbe generato potenziali problemi con la normativa antitrust, a testimonianza dei livelli raggiunti dall’ormai ex Justin.tv.
Nel recente passato, non sono state poche le preoccupazioni circa il futuro della piattaforma. Nel 2019 alcuni dei più importanti streamer decisero di creare i propri contenuti sulla piattaforma concorrente di Microsoft, salvo tornare entro pochi mesi a trasmettere le proprie live su Twitch. Al netto dei fisiologici cali o aumenti degli iscritti, e nonostante il trend degli ultimi mesi evidenzi la sofferenza nei confronti dei siti concorrenti, Twitch sembra sempre in grado di ritagliarsi un suo spazio. Vedremo in futuro cos’altro potrà accadere.