L’Arabia Saudita denuncia Israele per genocidio a Rafah

L’Arabia Saudita denuncia Israele per genocidio a Rafah

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I palestinesi, inclusi bambini, che migrarono da Rafah a Deir al-Balah a causa degli attacchi israeliani, si trovano in lunghe code per ottenere acqua pulita presso l’unico impianto di trattamento dell’acqua della regione con fusti in mano a Khan Younes, Gaza il 28 maggio 2024. I palestinesi aspettano in fila per ore ogni giorno per accedere all’acqua.

A Dair El-Balah, nella Striscia di Gaza, il 28 maggio 2024, i palestinesi, inclusi bambini, che si erano trasferiti da Rafah a Deir al-Balah a causa degli attacchi israeliani, si trovano in lunghe code per ottenere acqua pulita. La situazione è molto difficile e i palestinesi devono fare lunghe attese per avere accesso all’acqua.

In una dichiarazione forte contro Israele durante la guerra contro Hamas a Gaza, il Ministero degli Esteri saudita accusa Israele di commettere “continui massacri genocidi” prendendo di mira i rifugiati palestinesi indifesi a Rafah. Riad ritiene Israele responsabile di ciò che sta accadendo a Rafah e in tutti i territori palestinesi occupati.

Le relazioni tra Arabia Saudita e Israele stavano normalizzandosi prima dello scoppio della guerra, ma la retorica contro lo stato ebraico è stata intensificata mentre i colloqui vacillavano. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha rifiutato le richieste di impegnarsi verso un futuro stato palestinese come parte dei colloqui di normalizzazione.

Il Ministero degli Esteri saudita afferma che le violazioni da parte di Israele delle risoluzioni, leggi e norme internazionali e umanitarie aggravano la catastrofe umanitaria nel territorio palestinese. Esorta il mondo a fermare i massacri e a ritenere responsabili i responsabili.

In questo contesto di conflitto, la popolazione palestinese è costretta a vivere una situazione di grande difficoltà. Le lunghe code per ottenere acqua pulita sono solo una delle tante sfide che devono affrontare ogni giorno.

La comunità internazionale deve intervenire per proteggere i diritti umani dei palestinesi e garantire loro un accesso equo all’acqua e ad altri beni di prima necessità. È fondamentale che Israele rispetti le norme internazionali e umanitarie per evitare ulteriori violenze e sofferenze nel territorio palestinese.

Solo attraverso il dialogo e il rispetto reciproco si potrà giungere a una soluzione pacifica e sostenibile per tutte le parti coinvolte nel conflitto tra Israele e Palestina.

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