La morte di Aurora, la 13enne precipitata a Piacenza, ha sollevato polemiche tra il legale della famiglia e gli assistenti sociali. Secondo l’avvocato, la tragedia poteva essere evitata se le istituzioni avessero agito tempestivamente. Gli assistenti sociali si sono difesi sostenendo di operare in condizioni difficili per la scarsità di risorse. Tuttavia, il legale ha ribadito che bisogna assumersi le proprie responsabilità e non accusare la mamma della ragazza. L’obiettivo è individuare dove c’è stata una falla per evitare che simili tragedie accadano in futuro.
La morte di Aurora, la giovane di 13 anni caduta dal settimo piano a Piacenza, ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Secondo l’avvocato Lorenza Dordoni, che rappresenta la famiglia nel caso, questa tragedia forse poteva essere evitata. La sua attenzione si è concentrata sul fidanzato 15enne, attualmente indagato per il tragico evento.
Durante un’intervista a Storie Italiane, l’avvocato ha sollevato una dura polemica nei confronti dei Servizi sociali, accusandoli di aver sottovalutato la denuncia presentata dalla ragazza pochi giorni prima della sua morte. Questa critica ha suscitato una risposta immediata da parte degli assistenti sociali, difesi dalla presidente dell’ordine professionale Barbara Rosina, che ha respinto le accuse di essere stati “strumentalizzati”.
In risposta alle affermazioni delle istituzioni, l’avvocato ha scavato nelle dinamiche del caso, recuperando documenti che evidenziano il coinvolgimento dei servizi sociali nel monitorare la situazione familiare di Aurora. Per Dordoni, è fondamentale non accusare la madre della ragazza, bensì concentrarsi sul lavoro degli assistenti sociali.
Durante il confronto televisivo, l’avvocato ha sottolineato l’importanza di non sottovalutare le segnalazioni quando i servizi sociali sono coinvolti, invitando alla collaborazione per evitare tragedie simili in futuro. Ha inoltre ribadito il suo rifiuto di accettare accuse nei confronti della madre di Aurora, sottolineando la necessità di non demonizzare la famiglia coinvolta nella vicenda.
La morte di Aurora, 13enne precipitata dal settimo piano a Piacenza, ha scatenato una polemica tra l’avvocato della famiglia, Lorenza Dordoni, e gli assistenti sociali. Dordoni ha accusato i servizi sociali di aver sottovalutato le denunce della ragazza prima della sua morte, sottolineando che forse la tragedia poteva essere evitata.
La presidente dell’ordine professionale degli assistenti sociali ha difeso la categoria, sottolineando le difficili condizioni di lavoro e la scarsità di risorse a disposizione. Tuttavia, Dordoni ha replicato duramente, sottolineando la necessità di assumersi le proprie responsabilità e evitare di infangare gli altri.
Il legale ha poi fatto riferimento a un comunicato dell’amministrazione comunale di Piacenza, secondo il quale la madre di Aurora non aveva mai denunciato violenze o paure. Dordoni ha sottolineato che i servizi sociali erano stati incaricati di monitorare la famiglia, senza accusare la madre della ragazza, ma piuttosto gli assistenti sociali.
Infine, Dordoni ha ribadito che non intende fare un processo agli assistenti sociali, ma chiede di non sottovalutare le segnalazioni e di assumersi le proprie responsabilità. Ha inoltre tuonato contro chi accusa la madre di Aurora, definendo tali critiche come una vittimizzazione secondaria.
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