Le Pen non indossa l’hijab in Libano, i media: “Impatto negativo”
La visita in Libano della leader del Fronte Nazionale francese, Marine Le Pen, ha fatto molto discutere. La concorrente alla presidenza della Francia ha incontrato le alte cariche religiose e dello Stato libanese, ma ha rifiutato di indossare l’hijab, il velo, per incontrare il Gran Mufti, la più alta carica religiosa della nazione mediorientale.
Le Pen non ha più incontrato l’autorità religiosa massima libanese, dichiarando: “La più alta autorità sunnita del mondo non aveva avuto la stessa pretesa… vi prego di trasmettere la mia considerazione al Gran Mufti, il velo non lo metterò”. Tramite un comunicato ufficiale, un portavoce ha rivelato: “La candidata era stata informata già ieri della richiesta di indossare il velo in quanto questo gesto segue il protocollo”.
Il primo ministro del Libano, Saad Hariri, ha precisato che “i musulmani sono le prime vittime del terrorismo” e chiede di “non amalgamare Islam e terrorismo”. La candidata francese ha però inquadrato l’Islam come un pericolo per i cristiani. Il quotidiano più importante del Libano, An Nahar, ha difatti risposto: “Tale atteggiamento avrà un impatto negativo sui cristiani nella regione e non proteggerà la comunità dalla marginalizzazione e dall’estremismo”. Le Pen ha ottenuto un risultato inverso alle sue errate aspettative. Un esito prevedibile e di facile intuizione, a cui la leader di Fn non aveva pensato.
Il leader del partito delle “Forze libanesi”, Samir Geagea, ha incontrato la candidata francese e racconta: “Nel nostro colloquio mi sono focalizzato su più punti centrali. Il primo è stato spiegare alla Le Pen che la battaglia in corso in medioriente non è fra cristiani e musulmani, ma tra terroristi da una parte e moderati di paesi, confessioni e gruppi dall’altra. Il secondo punto è stata la questione di Bashar al Assad e dell’immagine distorta del terrorismo che arriva in occidente. Assad è il più grande terrorista del medioriente. Basta ricordare le operazioni militari che ha portato avanti il regime degli Assad durante la guerra civile libanese. Durante il colloquio non si è parlato di protezione delle minoranze o dei cristiani in Medio Oriente”.