Le siringhe che faranno risparmiare 132 milioni alla Sanità

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La Consip (società per gli acquisti centralizzati della Pubblica amministrazione) ha chiuso la gara per le siringhe destinate ad Asl e ospedali con l’aggiudicazione di 13 su 15 lotti, mettendo la parola fine su uno dei simboli dello spreco negli acquisti della pubblica amministrazione.

Addio alla siringa che costava 50 centesimi in Piemonte e 1 euro in Sicilia. La Consip ha acquistato siringhe a aghi di 15 tipi diversi per tutte le Asl d’Italia per i prossimi due anni permettendo alle casse dello Stato di risparmiare ben 132 milioni di euro.

Siringhe dello stesso tipo, infatti, venivano finora acquistate da ospedali in parti diverse del Paese a prezzi radicalmente difformi, da pochi centesimi fino a un euro. Ora non accadrà più. A seconda del tipo e della dimensione, infatti, le siringhe avranno lo stesso prezzo in tutta Italia, indipendentemente dalla Regione. E il nuovo prezzo di acquisto è decisamente contenuto: da 4,9 a 6,3 centesimi di euro.

Fino a oggi infatti si spendevano 150 milioni l’anno. Con questo maxi appalto lo Stato ne spenderà 18: sono cinque le aziende che si sono aggiudicate la fornitura fino a un massimo di 850 milioni di pezzi (pari a circa il 50% di fabbisogno della Pa per il materiale messo a gara).

I ribassi ottenuti complessivamente oscillano fra il 35 e il 70%: in particolare da oggi, ad esempio, la siringa comune per iniezioni (dotata di ago con meccanismo di sicurezza) costerà da 0,049 a 0,063 euro (a seconda delle dimensioni), con un ribasso in questo caso del 70% rispetto al prezzo base d’asta.

Come detto all’inizio, questa gara della Consip ha un grande valore simbolico, perché per la prima volta lo Stato dimostra ai suoi cittadini che tagliare i costi non è un’impresa impossibile. La gara delle siringhe, infatti, rappresenta uno dei primi esempi di spending review intesa come razionalizzazione della spesa pubblica in senso anti-spreco. Oltre ad essere, come detto, anche un risparmio concreto per le casse pubbliche.

Il risparmio, insomma, sarebbe per alcuni pari a 132 milioni l’anno, 360mila euro al giorno, e anche se la gara copre solo metà del fabbisogno il taglio agli sprechi è rilevante. Come anche i ribassi ottenuti dalla Consip dai fornitori che si sono aggiudicati la gara: arrivano fino al 70%, e in nessun caso sono stati inferiori al 35 per cento.

Soddisfatto l’ad di Consip, Luigi Marroni: «Possiamo considerare tutto questo un risultato eccellente per la qualità raggiunta e per il risparmio ottenuto rispetto ai prezzi che normalmente le amministrazioni pagavano». E, naturalmente, la centrale acquisti della Pa non si fermerà alla siringhe: sono 14 le categorie merceologiche sanitarie, dai vaccini ai pace-maker, per le quali il decreto della presidenza del Consiglio del 24 dicembre 2015 impone di ricorrere alla Consip o a un altro soggetto aggregatore.

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