Le ultime ore di Charlie e i fondi che andranno per la ricerca

Le ultime ore di Charlie e i fondi che andranno per la ricerca

Dopo l’appello dei genitori di Charlie affinché fosse concesso loro di portare il figlioletto a casa i medici del Great Ormond Street Hospital avrebbero dato almeno tutto il fine settimana ai genitori del piccolo Charlie per dire addio al figlio di 10 mesi, affetto da una rara malattia genetica degenerativa e incurabile. Non si sa ancora quando i medici decideranno di staccare le macchine a Charlie.

Le ultime ore per dirgli addio

Mamma e papà si stanno preparando a dare l’ultimo saluto alla loro creatura. “Ricorderemo per sempre ogni istante”, dice Connie. Come in una sequenza veloce di scatti fotografici impressi nella memoria e nel cuore. Connie ringrazia “per tutto il sostegno” ricevuto dal mondo intero “in questo momento estremamente difficile”; chiede rispetto per il suo dolore e per la disperazione di Chris: “Rispettate la nostra privacy, mentre ci prepariamo a dare l’arrivederci finale a nostro figlio Charlie”.

La malattia di Charlie

Secondo il tabloid Daily Mail, la clinica ha dato almeno tutto il fine settimana ancora ai genitori e al piccolo Charlie. Il bimbo soffre fin dalla nascita di sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, yba malattia di cui sono noti solo altri 16 casi in tutto il mondo e che impedisce al corpo di produrre sufficiente energia per alimentare da solo organi vitali interni come fegato e cervello, che così deperiscono progressivamente e in modo inarrestabile.

I fondi raccolti andranno alla ricerca dei disordini genetici

Connie e Chris hanno dato vita a una raccolta fondi, Charlie’s Army, che attraverso GoFundMe ha messo insieme già 1,3 milioni di sterline: sarebbero dovuti servire alle cure sperimentali del piccolo negli Stati Uniti, ma adesso potrebbero essere utilizzati per altri bambini affetti da disordini genetici simili.

I genitori di Charlie erano intenzionati a portare il piccolo in un centro specializzato negli Stati Uniti, dove sarebbe stato sottoposto a una cura sperimentale. “Non soltanto ci è stato impedito, ma ci viene proibito anche di decidere dove nostro figlio possa morire, a casa sua, tra l’affetto di genitori, parenti e amici”, hanno detto.

Grazie alla solidarietà di 80mila persone, i genitori del bambino erano riusciti a raccogliere oltre un milione di sterline per trasferire Charlie dall’altra parte del mondo. Oggi Charlie se ne va, circondato dall’amore dei genitori e delle migliaia di persone che hanno conosciuto la sua storia.

 

Le parole di Papa Francesco

La vicenda ha suscitato reazioni in tutto il mondo, e anche Papa Francesco è intervenuto con un tweet in cui ha spiegato che «difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo».

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