Licenziata al rientro dalla maternità, i 230 colleghi in sciopero

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Licenziata al rientro dal periodo di maternità, è accaduto vicino Bergamo ad una donna dipendente della Reggiani Macchine di Grassobbio. I 230 dipendenti dell’azienda in provincia di Bergamo, si sono fermati per un’ora dopo l’annuncio dell’improvviso licenziamento di una collega. La donna ha 30 anni ed è madre di due figli, da qualche mese rientrata dalla maternità, che si è vista improvvisamente notificare il licenziamento per la «soppressione della mansione», cioè una riorganizzazione che ha cancellato la sua posizione.

I sindacati sul piede di guerra

I sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil hanno comunicato il licenziamento a tutti i dipendenti nel corso di un’assemblea relativa all’assorbimento da parte del gruppo americano Efi, e da lì è nata spontaneamente dai lavoratori la decisione dello sciopero.

«Il licenziamento — dicono i sindacati — è giunto di colpo e senza alcuna comunicazione alle organizzazioni sindacali. I lavoratori sono preoccupati soprattutto dalle modalità e dalle relazioni sindacali che la proprietà ha adottato da qualche tempo e chiedono il ritiro del licenziamento e il ripristino di un sistema di relazioni corrette».

Cosa succede adesso

La donna era dipendente dell’azienda da  15 anni: un’impiegata amministrativa, rientrata dalla maternità meno di un anno fa, che ha ricevuto la lettera di licenziamento martedì scorso. Per lei è stata, così, avviata la procedura prevista dalla Legge Fornero secondo cui si giungerà alla perdita del posto dopo un tentativo di conciliazione.

Andrea Agazzi della FIOM-CGIL di Bergamo. «Abbiamo chiesto fermamente di ritirare la procedura e di far rientrare la lavoratrice al suo posto. Intanto procediamo con il blocco degli straordinari. Per martedì mattina abbiamo organizzato una nuova assemblea per confrontarci con i lavoratori».

 

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