Liguria, accesso case popolari prima gli italiani poi gli stranieri
La Liguria detta le regole per l’accesso agli alloggi popolari, ed è polemica. I cittadini stranieri che vorranno ottenere l’assegnazione dovranno essere residenti in Italia da almeno 10 anni. Priorità agli italiani.
L’approvazione della riforma
Il consiglio regionale ha approvato la riforma della legge che regola l’assegnazione delle case Erp (edilizia residenziale pubblica) con 16 voti favorevoli (centrodestra) e 13 contrari (Pd, M5S e Rete a Sinistra-Libera-Mente Liguria). Gli stranieri dovranno essere residenti in Liguria da almeno 5 anni in Italia da 1o.
Il presidente della Regione Giovanni Toti, ha dichiarato: “Questa riforma garantisce più investimenti, più equità, più giustizia, più case e più facilità di accesso a chi davvero ha bisogno di un alloggio pubblico, in modo da evitare sprechi e inefficienze”. Secondo l’assessore all’Urbanistica Marco Scajola, invece, “il principio secondo cui vengono prima gli italiani è il minimo indispensabile”.
Precisa: “Non significa chiudere le porte ai migranti, ma chi vive in Italia ha finalmente riconosciuto un diritto, non sarà più superato da chi arriva nel nostro Paese da pochi mesi”.
Categorie tutelate
La riforma serve a tutelare categorie come gli over 65, le giovani coppie, le famiglie con disabili e malati terminali.
Riforma discriminatoria
Molto critico nei confronti della legge è invece Gianni Crivello, candidato sindaco del centrosinistra a Genova. “Questa è una riforma pessima e discriminatoria come nella migliore tradizione leghista- dice – L’edilizia residenziale pubblica, nata per sostenere le fragilità abitative dei più deboli, diventerà inaccessibile proprio per queste fasce di popolazione.”
A protestare contro la legge, in consiglio, sono arrivati i sindacati e i comitati degli abitanti negli appartamenti Erp, un centinaio di persone.