L’inflazione rallenta al 0,7% a settembre
La diminuzione dell’indice dei prezzi al consumo in Italia a settembre 2024 è principalmente attribuita alla riduzione dei prezzi dei beni energetici e alla decelerazione dei prezzi dei servizi. Tuttavia, l’inflazione acquisita per l’anno è ancora positiva. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo registra un aumento mensile dell’1,2% ma una decelerazione su base annua all’0,8%. Questo dato riflette un calo del tasso d’inflazione, che raggiunge il livello più basso dell’anno. Nel complesso, i prezzi dei beni alimentari sono in crescita, contribuendo all’accelerazione dei prezzi nel “carrello della spesa”.
Andamento dell’inflazione in Italia a settembre 2024
Il mese di settembre 2024 ha visto una diminuzione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) dello 0,2% su base mensile, ma un aumento dello 0,7% su base annua. Questa decelerazione è stata provocata principalmente dai prezzi dei Beni energetici, regolamentati e non, insieme a un rallentamento dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti. Tuttavia, i prezzi dei Beni alimentari non lavorati e lavorati hanno registrato un lieve aumento.
La “inflazione di fondo”, escludendo energetici e alimentari freschi, è scesa al 1,8%, mentre al netto solo dei beni energetici è arrivata al 1,7%. La dinamica dei prezzi dei beni ha mostrato una flessione leggermente più ampia, mentre quella dei servizi è stata in decelerazione, riducendo il differenziale inflazionistico tra i due settori. I prezzi dei Beni alimentari, della cura della casa e della persona hanno accelerato, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto hanno visto un lieve rallentamento.
La diminuzione dell’indice generale è stata principalmente causata dai prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, dei Beni energetici regolamentati e non regolamentati. Al contrario, i prezzi dei Beni alimentari non lavorati e dei Beni durevoli e semidurevoli hanno registrato un aumento. L’inflazione acquisita per il 2024 si attesta al 1,0% per l’indice generale e al 2,1% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) ha registrato un aumento mensile dell’1,2% e un aumento annuo dello 0,8%. Nonostante la fine dei saldi estivi abbia contribuito a questa variazione, l’inflazione complessiva è scesa al 0,7%, il livello più basso dell’anno. Questa tendenza è stata influenzata principalmente dai Beni energetici, ma anche da un rallentamento dei prezzi di alcuni servizi.
Analisi dell’inflazione in Italia nel mese di settembre 2024
Il mese di settembre 2024 ha registrato una diminuzione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, con una variazione dello 0,2% su base mensile e un aumento dello 0,7% su base annua. Questo dato rappresenta una decelerazione rispetto al mese precedente, principalmente a causa dei prezzi dei beni energetici, regolamentati e non regolamentati, che hanno subito una diminuzione. Anche i servizi ricreativi, culturali e relativi ai trasporti hanno registrato un rallentamento nei loro prezzi. Tuttavia, i prezzi dei beni alimentari, sia lavorati che non lavorati, hanno registrato un aumento, compensando parzialmente la diminuzione generale dell’indice.
Nel confronto con gli anni precedenti, l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è scesa a +1,8%, mentre quella al netto solo dei beni energetici è stata del +1,7%. La dinamica dei prezzi ha registrato una flessione nei beni e un rallentamento nei servizi, riducendo il differenziale inflazionistico tra i due comparti.
La diminuzione dell’indice generale è stata influenzata principalmente dai prezzi dei servizi relativi ai trasporti, dei beni energetici regolamentati e non regolamentati. Tuttavia, i beni alimentari e durevoli hanno registrato un aumento nei prezzi. Questa variazione inflazionistica ha portato ad un aumento dell’IPCA dell’1,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua.
In generale, l’Istat ha rilevato un basso livello di inflazione a settembre, dovuto principalmente alla diminuzione dei prezzi dei beni energetici e al rallentamento di alcuni servizi. L’aumento nei prezzi dei beni alimentari ha contribuito all’accelerazione dell’inflazione del “carrello della spesa”.
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