L’isis come i nazisti: userebbero cavie umane per esperimenti chimici
L’orrore che si ripete. La notizia arriva da documenti inediti trovati nei laboratori dell’università di Mosul. Le carte testimoniano come il sedicente Stato islamico abbia testato armi chimiche su cavie umane in vista di progetti di attacchi terroristici.
Esperimenti sui prigionieri
Un allarme che arriva anche da fonti militari americane e britanniche, citate dalla stampa del Regno Unito, stando alle quali i seguaci del Califfato non si sarebbero fatti scrupolo di iniettare sostanze tossiche su prigionieri finiti nelle loro mani, con il segreto proposito di utilizzarle poi in futuri attacchi indiscriminati contro “obiettivi occidentali”. Le fonti riferiscono anche di esperimenti andati avanti per “tre anni” e dell’esistenza di un arsenale di “sostanze nocive letali in quantità sufficiente a soddisfare le richieste”.
Si tratta di un potenziale “salto indietro nelle tenebre dei nazisti tedeschi, i quali inocularono agenti nervini sugli esseri umani durante la II guerra mondiale”. Esperimenti, ricorda Bretton-Gordon, che portarono ad esempio alla morte “migliaia di prigionieri nel campo di concentramento di Sachsenhausen, presso Berlino“.
“Agonie di settimane”
La scoperta è stata fatta dopo il ritrovamento di documenti dello Stato islamico nell’Università di Mosul Est, il quartiere generale degli islamisti fino allo scorso gennaio. I prigionieri sarebbero morti dopo agonie «anche di dieci giorni» o addirittura «settimane», fatto che presuppone che gli agenti chimici non fossero molto potenti. Nelle stanze dell’università sono stati ritrovati due agenti chimici. L’Isis ha usato armi al cloro e all’iprite contro i curdi e anche contro le forze irachene, ma in quantità limitate. Non ha mai usato invece agenti nervini, più difficili da produrre e gestire. Ma evidentemente ha provato a sviluppare una sua arma chimica di questo tipo.