Lo sterminio degli omosessuali in Cecenia: appelli e mobilitazioni

Lo sterminio degli omosessuali in Cecenia: appelli e mobilitazioni

In Cecenia è in atto una persecuzione contro gli omosessuali, si parla di arresti e torture, una campagna senza precedenti.

Quest’ondata  di omofobia avrebbe provocato la morte di almeno tre persone. Lo ha rivelato di recente dal settimanale Novaya Gazeta, citando testimonianze di diverse vittime.

Qualcuno è stato rilasciato solo dopo il pagamento di un riscatto elevato da parte dei familiari. Il mese scorso, decine di persone sono state fermate e detenute in una “prigione segreta” dove sarebbero avvenute le torture.

Le modalità di persecuzione

Lo schema è sempre lo stesso: viene fermata una persona, le sequestrano il telefonino dove fotografie e contatti vengono usate per perseguirne altre così come le informazioni estorte durante la detenzione.

Una seconda ondata di arresti è avvenuta dopo che l’ong GayRussia.ru aveva inoltrato richieste per il Gay Pride alle autorità di diverse località del Caucaso, un modo, accusano i ceceni, per costruire un caso contro Mosca alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Ma la direttrice di Human Rights Watch per la Russia Tanya Lokshina ha denunciato l’assenza di qualsiasi reazione da parte del Cremlino per la situazione critica della regione, “in cui l’omofobia è comunque intensa e dilagante”: il portavoce Dmitry Peskov si è limitato a invitare le vittime a usare i canali ufficiali per denunciare le autorità.

Il portavoce del presidente ceceno Ramzan Kadyrov ha sottolineato che in Cecenia non ci sono omosessuali. Se ci fossero, non sarebbe necessario arrestarli dato “che i loro stessi familiari li invierebbero in posti da cui non potrebbero fare ritorno”.

Reazioni internazionali

L’associazione radicale “Certi diritti” ha inviato una lettera urgente a Federica Mogherini e Angelino Alfano, sollecitandoli a fare in modo che la diplomazia europea non resti silente.

Erasmo Palazzotto, deputato di Sinistra Italiana-Possibile e vicepresidente della commissione Esteri di Montecitorio, si appella al presidente Mattarella in visita a Mosca: “Notizie di stampa trapelate dall’estero hanno rivelato che in Cecenia alcune ex caserme militari sono state trasformate per “correggere uomini dall’orientamento sessuale non tradizionale o sospetto”. L’Italia e l’Europa, prosegue Palazzotto, non possono restare in silenzio davanti a questo livello di violazione dei diritti umani. Mattarella a Mosca non può ignorare ciò che sta accadendo in Cecenia”.

“Abbiamo predisposto un’interrogazione al ministero degli Esteri per chiedere una posizione forte del nostro paese davanti a questa vergogna. Vanno messe in campo tutte le iniziative necessarie per chiarire i fatti e intraprendere azioni adeguate. A partire dalla richiesta al governo russo di avviare un’inchiesta e dall’invio di osservatori internazionali in Cecenia”. Così i parlamentari del Pd Sergio Lo Giudice, Benedetto Dalla Vedova, Monica Cirinnà e Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani.

Anche l’ex premier Matteo Renzi: “Le notizie che arrivano dalla Cecenia lasciano senza parole. Pensare che nel 2017 esistano dei campi per rieducare uomini “dall’orientamento sessuale non tradizionale o sospetto” fa davvero rabbrividire. La dignità e la libertà degli uomini, non possono essere lese in nessuna parte del mondo. I campi di concentramento per gay ci riportano al nazismo: tutti dobbiamo far sentire il nostro sdegno”.

 

Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità russe chiedendo di svolgere indagini tempestive, efficaci e approfondite. Di garantire la sicurezza di chiunque sia a rischio in Cecenia a causa del suo orientamento sessuale.

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