Londra, Charlie non deve morire: la battaglia dei genitori del piccolo
Un giudice inglese è chiamato a decidere se Charlie, un bimbo di sette mesi affetto da una malattia incurabile, dovrà continuare a vivere.
Una storia che riporta alla mente quella di Marwa, un’altra bambina nelle stesse condizioni che attende il verdetto di un tribunale.
Qualche giorno fa Connie Yates and Chris Gard si sono ritrovati davanti ad un giudice dell’alta corte inglese. E lui, guardandoli, ha esordito: “È la situazione più tragica che mi sia mai capitata. Terribile. Vorrei dirvi anzitutto che provo i vostri stessi sentimenti”.
Il giudice dovrà decidere se Connie e Chris hanno il diritto di mantenere in vita il loro bambino di 7 mesi, Charlie. O se come sostengono i medici dell’ospedale Great Ormond Street di Londra, bisogna staccare la spina.
Charlie è affetto da una malattia incurabile: una sindrome da deperimento mitocondriale. Una malattia estremamente rara che colpisce le cellule causando un progressivo indebolimento dei muscoli e degli organi vitali.
Charlie è una delle 16 persone nel mondo che ne sono affette. E non sembra esistere una cura in grado di evitare l’epilogo più tragico. La morte.
Anche per questo i medici pensano che occorra interrompere la vita di Charlie staccando i macchinari che gli permettono di sopravvivere.
Ma i genitori non sono d’accordo. Anzi, hanno lanciato una raccolta fondi con l’hashtag #Charliesfight per poter portare il bambino degli Usa dove verrebbe sottoposto ad un trattamento sperimentale.
Ad oggi hanno già ricevuto donazioni per 280 mila sterline, ma ne servirebbero 1,2 milioni (per il trasferimento occorrono un aereo privato e attrezzature ad hoc).
I genitori sostengono che il bambino, nonostante la malattia e le resistenze dei medici, stia bene e non soffra. La struttura sanitaria è invece convinta che far trascorrere i giorni significa non tenere conto del bene del bambino.
Charlie è in terapia intensiva, intubato: secondo i medici il suo è un caso senza speranza, per cui è meglio staccare la spina onde evitare ulteriori sofferenze al bambino.
“La posizione dell’ospedale è che ogni giorno che passa è un giorno che non è nell’interesse del bambino”. Una frase forse infelice se l’alternativa è staccare le macchine e condannare Chris a una morte certa. La sentenza è attesa nei primi giorni di aprile.