L’Onu vota contro le colonie ebraiche a Gerusalemme dopo l’astensione degli USA

Due giorni dopo la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu contro le colonie ebraiche in Cisgiordania, è vera e propria crisi diplomatica tra Israele e i Paesi che si sono espressi a favore dell’iniziativa, o come gli Usa che si sono astenuti dando di fatto luce verde al testo.

E il premier Benyamin Netanyahu ha ammonito il proprio governo che “Obama potrebbe avere altre sorprese” in serbo. Intanto – come ministro degli esteri – ha convocato all’improvviso domenica a Gerusalemme, giorno di Natale, gli ambasciatori delle nazioni per esprimere loro, uno alla volta, il profondo disappunto di Israele. Si tratta di Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Egitto,Giappone, Ucraina, Angola e Uruguay. Un richiamo che coinvolge anche il rappresentante Usa Daniel Shapiro, escluso in un primo momento, secondo il ministero degli esteri, dalle convocazioni.

Gli Usa – per i quali il premier ha avuto in questi giorni parole molto dure – si sono astenuti in fase di voto non ricorrendo al potere di veto come hanno fatto molte altre volte. Ma l’offensiva di Netanyahu, che ha definito la risoluzione “ostile e non bilanciata” e “voluta e preparata dall’amministrazione Obama”.

Ha inoltre fatto sapere ai propri ministri che intende cancellare un incontro già fissato con il premier inglese Theresa May ma. Infine ha annunciato che stasera accenderà la candela di Hannukah (la festa ebraica delle luci in corso da ieri sera) al Muro del Pianto in un evidente richiamo alla risoluzione che definisce Gerusalemme est (dove si trova il luogo sacro agli ebrei) “territorio palestinese occupato”.

Da parte palestinese c’e’ ovviamente grande soddisfazione per il voto Onu: il presidente Abu Mazen ha sottolineato che “dall’altro ieri il mondo è unito al nostro fianco e ci sostiene”. “Quello che è successo l’altro ieri – ha spiegato – non risolve la questione palestinese, ma la definisce e offre basi legali per risolverla tra cui il fatto che le colonie sono illegali”. “Il mondo – ha concluso – sta dicendo a Israele di fare attenzione e di tornare indietro da questa politica sbagliata che non porta la pace”.

 

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