Lunigiana, più di 20 carabinieri indagati per abusi e violenze

Lunigiana, più di 20 carabinieri indagati per abusi e violenze

Una maxi inchiesta investe l’Arma dei Carabinieri nella Lunigiana. Perquisizioni sono state effettuate in alcune abitazioni di carabinieri, nelle auto di servizio utilizzate dai cc, e nelle caserme di Pontremoli e Aulla nell’ambito di un’indagine avviata dalla procura di Massa. Si tratta di un’inchiesta “circoscritta a pochi militari e a pochi episodi specifici”. Le indagini sono partita da un episodio per presunte lesioni a un extracomunitario e molestie a prostitute, nonché’ falsificazione di verbali.

“Secondo i pm avrebbero picchiato un extracomunitario fermato dopo un controllo e portato in caserma per l’identificazione. Lì lo straniero, di cittadinanza marocchina, sarebbe stato colpito ripetutamente. Portato in ospedale poi è stato dimesso con pochi giorni di prognosi. Il sospetto, suffragato da alcuni elementi che hanno in mano gli inquirenti, è che non si sia trattato di un episodio isolato. E che anzi la prassi nella caserma fosse proprio quella”.

Sotto indagine i verbali anche di altri casi, con i fascicoli sequestrati tra cui quello di un caso di violenza sessuale. Una donna, prostituta, avrebbe subito abusi dopo essere stata portata in caserma. Al momento gli indagati sono a piede libero e respingono le accuse.

Ma i reati vanno oltre le lesioni provocate. Falsificando il verbale fatto dopo l’interrogatorio dell’extracomunitario finito al pronto soccorso e probabilmente facendo la stessa cosa per altri verbali. Non si sa ancora quanti perché come detto la certezza sarebbe soltanto su un episodio.

Secondo la procura, quello era il sistema che i carabinieri adottavano quando si imbattevano in un soggetto straniero difficile. Bastava un gesto o una parola di troppo per fargli passare dei brutti quarti d’ora.

Nessuno ha mai denunciato la cosa ormai ma si era diffusa la voce di quello che capitava dietro le mura di quelle stazioni dell’Arma. Al momento gli indagati sono a piede libero e respingono le accuse.

Il comando provinciale valuterà eventuali provvedimenti da prendere nei confronti dei militari finiti sotto la lente della procura.

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