L’Unione europea presenta il conto all’Italia: manovra da 3,4 miliardi

L’Unione europea presenta il conto all’Italia: manovra da 3,4 miliardi

L’Europa spinge l’Italia a sanare i debiti pubblici in tempi brevi. Si tratta di una manovra di circa 3,4 miliardi di euro, lo 0,2% del Prodotto interno lordo. La scadenza è l’1 febbraio e non si può più rinviare. Si rischia una procedura d’infrazione a carico dell’Italia per non aver rispettato la regola del debito.

La richiesta è arrivata a Roma la scorsa settimana. La Nazione deve pagare e anche in fretta. La commissione europea ha esplicitato che la scadenza non può essere più rinviata. C’erano già stati scontri per questo motivo tra Renzi ed il presidente della Ce, Jean-Claude Juncker, a causa di un deficit troppo alto previsto dalla “legge di bilancio”. Poi, il capo della commissione aveva deciso di non bocciare la manovra a pochi giorni dal referendum, per evitare conseguenze sulla politica italiana. La decisione fu così congelata fino ad una settimana fa.

Secondo le previsioni dell’Unione europea, il deficit italiano arriverà intorno al 2,4% del Pil, cioè due decimali sopra il tetto massimo concordato. Il rischio è di essere bocciati dall’Eurogruppo, nel caso in cui il debito resti oltre il limite.

La Ce è già stata più volte disponibile con l’Italia, tra le spese per i migranti e quelle per la ricostruzione delle zone terremotate. Aiuti elargiti per evitare di danneggiare ulteriormente l’economia italiana. Ora però bisogna rispettare le scadenze improrogabilmente. L’1 febbraio è il limite massimo, giorno in cui la commissione pubblicherà le previsioni economiche. Occhi puntati sull’Italia.

Da Roma trapela l’intenzione di voler ottenere più tempo, ma la concessione da parte della commissione europea sembra difficile. Si sta studiando un modo per rientrare nelle richieste Ue al più presto. La Nazione non può permettersi di incorrere nella procedura d’infrazione. Tempo fino all’1 febbraio, con Gentiloni e Padoan che vogliono chiedere almeno un mese in più di tempo.

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