L’Uragano Harvey fa 5 vittime in Texas: chiuso l’aeroporto di Houston

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Dopo il passaggio di Harvey in Texas, nella zona di Houston il bilancio delle vittime sale a cinque. Si parla già di un’alluvione “catastrofica, senza precedenti”. Oltre mille sono le persone salvate.

L’uragano sta tornando verso il Golfo del Messico, da dove è arrivato, ma mercoledì farà rotta nuovamente su Houston, ora totalmente paralizzata dalle alluvioni.

L’uragano Harvey

Harvey è un uragano di categoria 4, con venti che arrivano a 130 miglia all’ora (oltre 200 km all’ora). Le previsioni stimano che la tempesta potrebbe scaricare 50-60 centimetri di pioggia da Corpus Christi a Houston nei prossimi giorni. Lo Stato ha già proclamato lo stato di calamità mentre il Servizio Meteo ha avvertito di restare in casa se non per casi di estrema necessità.

Chiuso l’aeroporto di Houston

Chiuso l’aeroporto Il principale aeroporto di Houston, il ‘George Bush Intercontinental Airport’, è stato chiuso al traffico commerciale per le inondazioni. Evacuata stazione Tv Gli allagamenti “senza precedenti” a Houston, in Texas, hanno costretto all’evacuazione anche una locale stazione televisiva, impegnata a riportare in diretta gli effetti dell’uragano Harvey. Si tratta della Khou, affiliata della Cbs. L’edificio della Khou è stato completamente evacuato, anche il piano superiore perché nella morsa dell’acqua che ha iniziato ad invadere l’edificio dalle nove di questa mattina.

In Texas “sono state chiuse 250 autostrade”, oltre 3.000 uomini della guardia federale e nazionale e come gli aiuti stanno arrivando da tutti gli Stati, dalla California a New York. A Houston in particolare, si prevedono altri 50-75 centimetri di pioggia nei prossimi giorni. Diversi ospedali sono stati evacuati.

Evacuate anche le piattaforme petrolifere

Il 22 per cento della produzione petrolifera nel Golfo del Messico degli Stati Uniti è fermo a causa di Harvey. Il dato è stato diffuso dall’Ufficio per la sicurezza ambientale statunitense. I livelli di produzione sono aumentati leggermente da sabato, quando circa il 25 per cento dell’output del petrolio del Golfo era fermo.

Circa 105 piattaforme sono state evacuate nel Golfo per effetto di Harvey, pari a circa al 14,3 per cento di quelle della regione. Resta comunque altissima l’allerta: a Corpus Christi, centro di 135.000 abitanti ridotto a città-fantasma, ci sono stati decine di feriti per i crolli provocati dalla furia della tempesta, di cui almeno uno in condizioni molto gravi, tutti trasportati in un ospedale d’emergenza allestito in città.

I danni

A Rockport, a pochi chilometri dal punto in cui l’uragano ha toccato terra alle 23 ora locale, sono state segnalate persone intrappolate. Almeno 211.000 tra case, negozi e uffici sono rimasti senza luce. Si teme che nei prossimi giorni possa causare catastrofiche inondazioni nello Stato meridionale degli Usa dove le precipitazioni potrebbero arrivare a 70 centimetri e il livello del mare potrebbe salire fino a tre-quattro metri.

Centinaia di persone hanno già abbandonato le proprie abitazioni, altri stanno preparando le case per difendersi da un potenziale disastro. Nei supermercati di Huston gli scaffali sono vuoti e i cittadini hanno fatto scorte soprattutto di acqua e latte.

L’allerta sembra però scemare: la tempesta è stata declassata da classe categoria 2 a 1, non più uragano ma tempesta tropicale. La Casa Bianca si è detta pronta a offrire tutti gli aiuti necessari: Harvey è il primo disastro della presidenza Trump e sarà un test fondamentale. Tutti hanno in mente Katrina, che molto più della guerra in Iraq segnò il divorzio tra l’opinione pubblica americana e la presidenza di George W. Bush.

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