Macedonia, manifestanti irrompono in parlamento a Skopje: 100 feriti
Violenti scontri all’interno del parlamento di Skopje. Alcuni manifestanti del fronte conservatore hanno fatto irruzione in segno di protesta per l’elezione alla presidenza dell’Assemblea di un membro del partito della minoranza albanese.
I motivi della protesta
Secondo fonti del ministero dell’interno, oltre cento persone sono rimaste ferite negli scontri, fra i quali diversi deputati e 22 poliziotti.
Tra i feriti anche Zoran Zaev, leader dell’opposizione socialdemocratica al quale il presidente Gjorgje Ivanov si rifiuta di affidare l’incarico di formare un nuovo governo. Il motivo è un suo accordo di coalizione con i partiti della minoranza albanese. Considerata una minaccia alla sovranità e unità della Macedonia.
Alcuni dei sostenitori del fronte conservatore da settimane manifestano contro l’accordo con i rappresentanti albanesi. Hanno dormito in tende allestite fuori dal parlamento. Il presidente Ivanov ha convocato per oggi un incontro con i rappresentanti di tutti i partiti politici con l’obiettivo di trovare una soluzione alla crisi.
Secondo quanto riporta la Bbc, circa duecento persone mascherate hanno assaltato l’edificio. I testimoni raccontano di vetri rotti sul pavimento e tracce di sangue ovunque. La polizia è riuscita a far uscire i deputati dal palazzo solo dopo aver disperso i manifestanti con di granate stordenti.
La situazione politica
I nazionalisti accusano, infatti, i partiti che rappresentano la minoranza albanese, di sostenere il progetto della “Grande Albania”. L’obbiettivo è di annettere a Tirana le regioni macedoni prevalentemente abitate da albanesi. Così, sulla scia dell’instabilità politica che da lungo tempo interessa il Paese, rischiano di riesplodere le tensioni etniche. Le stesse che portarono al conflitto del gennaio 2001 tra l’Esercito di Liberazione Nazionale albanese (UÇK), e le forze armate macedoni.
Dopo gli scontri di ieri sera, sono centinaia i nazionalisti che restano accampati di fronte al palazzo del Parlamento. I manifestanti hanno annunciato che non se ne andranno finché non sarà ripristinata la legalità istituzionale.