“Marwa continuerà a vivere”, i giudici francesi hanno deciso così

“Marwa continuerà a vivere”, i giudici francesi hanno deciso così

I giudici francesi hanno deciso che la piccola Marwa continuerà a vivere: i medici non dovranno staccare la spina che tiene in vita la bimba di 16 mesi, ricoverata all’ospedale di Marsiglia attaccata a un respiratore dopo che un’infezione virale le ha causato gravi danni cerebrali.

Quella della piccola è una condizione irreversibile per i sanitari, convinti della necessità di interrompere i trattamenti. Di parere contrario i genitori della piccola, Mohamed e Anissa Bouchenafa, che dopo una prima vittoria davanti al tribunale amministrativo di Marsiglia nel novembre scorso, ieri hanno trovato dalla loro parte anche il Consiglio di Stato.

Secondo i giudici le cure prestate a Marwa non si possono considerare al momento un “accanimento irragionevole”, ha spiegato Suzanne von Coester, facendosi portavoce delle ragioni della massima autorità amministrativa d’Oltralpe. “In questo stadio – ritengono – non c’è certezza sullo stato di coscienza e sulla futura evoluzione” delle condizioni della piccola. Tenuto poi conto della “ferma opposizione dei genitori” all’interruzione del trattamento, Marwa potrà continuare a vivere.

“E’ una vittoria”, esulta questa sera l’avvocato della famiglia, Samia Maktouf. Soddisfatti la mamma e il papà. Il 4 marzo, in occasione di una marcia a Marsiglia, Mohammed Bouchenafa aveva detto: “Sappiamo che avrà un handicap pesante, ma lo accettiamo perché ha diritto di vivere. Quando vedo i suoi occhi ci dice che c’è, si aggrappa” alla vita.

Venerdì, in occasione di un’udienza a porte chiuse, i giudici hanno assistito a un confronto tra le due parti in causa: i medici e la famiglia, compattissima, nel dire che non bisogna lasciarla morire. I genitori, Mohamed e Anissa Bouchenafa, non si sono mai voluti rassegnare. Marwa, insistono, sembra reagire al loro contatto, al suono della loro voce.

Intanto, in Gran Bretagna, è corsa della solidarietà per salvare il piccolo Charlie, un neonato di sette mesi affetto da una rara patologia che secondo i medici non può essere curata.

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