“Materie sul libretto mai sostenute”, sospesa studentessa di Medicina

“Materie sul libretto mai sostenute”, sospesa studentessa di Medicina

Una studentessa universitaria di Medicina è accusata di avere verbalizzato autonomamente esami in realtà mai sostenuti. Undici materie della università con sede a Bari mai studiate, secondo l’indagine dell’ateneo pugliese, ma registrate sul libretto universitario digitale. La giovane è stata sospesa per un anno dagli studi e adesso dovrà rispondere dall’accusa accesso abusivo al sistema informatico.

La studentessa dell’università Aldo Moro di Bari sarebbe riuscita ad accedere al sistema informatico universitario e inserire sul suo libretto digitale materie delle quali non aveva mai sostenuto esami. Tra gli esami verbalizzati nei registri dei docenti dell’ateneo ed il libretto della studentessa ci sarebbero state varie incongruenze.

La scorsa estate la giovane aveva effettuato la domanda di laurea per la sessione di ottobre 2016, ma nella ricognizione degli esami sostenuti il personale della segreteria dell’università ha trovato undici prove mancanti, così sono scattate le verifiche.

L’aspirante medico di Bari ora dovrà rinunciare all’esame di laurea perché il senato accademico ha deciso di sospenderla. Lei nega di aver manomesso il suo curriculum universitario e attribuisce l’errore al trasferimento dalla sede di Sassari, dove era iscritta poco tempo fa.  Si indaga su chi possa averla aiutata facendole da complice. Uno degli addetti della segreteria è attualmente sott’inchiesta, ma la studentessa nega di aver avuto contatti con il dipendente.

Il complesso universitario è nella bufera: 50 verifiche verranno effettuate su altri esami alla facoltà di Medicina. Nei prossimi giorni, esperti informatici cercheranno di fare luce sul caso. Alla studentessa e al  complice indagato sono stati sequestrati i cellulari. La procura vuole capire se prima della manomissione tra i due ci siano stati scambi telefonici che possano aiutare l’indagine. Il consiglio della Scuola di medicina ha ritenuto applicabili le sanzioni disciplinari previste dalle leggi nei confronti della giovane e di chi abbia commesso atti illeciti di una simile gravità.

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