Meloni: “Ricordiamo coloro che hanno sacrificato la loro vita per la libertà”
Il 9 maggio 1978 rimarrà per sempre impresso nella memoria e nella coscienza della Nazione italiana. Quel giorno, Aldo Moro fu brutalmente assassinato dalle Brigate Rosse e il suo corpo fu ritrovato nel bagagliaio di un’automobile in via Caetani a Roma. Nello stesso giorno, Peppino Impastato venne ucciso per mano mafiosa. Entrambi sono esempi di sacrifici che non devono essere dimenticati né vanificati.
La beatificazione di Rosario Livatino, avvenuta il 9 maggio 2021, è un altro tragico evento che si aggiunge a questa lista di vittime innocenti. Livatino era un magistrato ucciso dalla Stidda, una figura di spicco tanto nella politica quanto nella lotta alla criminalità. La sua morte, come quella di Moro e Impastato, ci ricorda l’importanza di essere coraggiosi e di difendere i valori in cui crediamo.
Il Parlamento italiano ha istituito il 9 maggio come “Giorno della Memoria” per commemorare tutte le vittime del terrorismo e delle stragi di matrice politica. È un momento per non dimenticare coloro che hanno perso la vita per la nostra libertà e per trarre insegnamento dalle loro lotte. Questo dovere morale è dovuto non solo alle vittime stesse, ma anche alla nostra storia, alla nostra Patria e alle generazioni future.
La figura di Aldo Moro, politico di spicco rapito e ucciso dalle Brigate Rosse, rappresenta un capitolo oscuro della nostra storia recente. Il suo rapimento e la sua tragica fine hanno segnato profondamente il paese, provocando ferite che ancora oggi sono aperte. Moro rimane un simbolo di sacrificio e di impegno civile, un’esempio di dedizione alla causa pubblica che non deve essere dimenticato.
La morte di Peppino Impastato, giornalista coraggioso ucciso dalla mafia, è un’altra ferita che continua a bruciare nel tessuto sociale italiano. La sua voce irriverente e le sue denunce contro la criminalità organizzata hanno contribuito a smuovere le coscienze e a sensibilizzare l’opinione pubblica. Impastato resta un esempio di resistenza e di volontà di combattere l’illegalità con ogni mezzo disponibile.
Rosario Livatino, magistrato ucciso dalla Stidda nel 1990, era un simbolo di integrità e coraggio nel mondo della giustizia. La sua morte ha sconvolto l’intera comunità giuridica italiana, ma ha anche rafforzato la determinazione nel combattere la criminalità organizzata. Livatino è diventato un modello per le generazioni future di giuristi, un esempio di abnegazione e impegno nella difesa della legalità.
Il premier Giorgia Meloni, in un post su Facebook, ha sottolineato l’importanza di ricordare e onorare le vittime del terrorismo e della criminalità. Meloni ha ricordato che il sacrificio di queste persone non deve essere dimenticato e che dobbiamo trarne insegnamento per garantire un futuro migliore per l’Italia. La memoria di Moro, Impastato e Livatino ci spinge a essere vigili e a difendere i valori che sono alla base della nostra democrazia.
In un momento in cui la criminalità organizzata continua a minacciare la stabilità del Paese, è fondamentale rinnovare il nostro impegno nella lotta contro il terrorismo e la mafia. La memoria delle vittime e il loro sacrificio devono essere un monito per non abbassare mai la guardia e per continuare a combattere con determinazione ogni forma di illegalità e violenza. Solo così potremo onorare il loro ricordo e assicurare un futuro migliore per le prossime generazioni.