Mi sono difeso sparando

Il giovane Santo Romano è stato ucciso a San Sebastiano e il killer 17enne ha dichiarato di aver sparato per legittima difesa, nonostante avesse tempo per fuggire. Le immagini delle telecamere mostrano la fuga frenetica del ragazzo in una Smart, senza patente e con una pistola illegale. Il 17enne ha ammesso di sparare contro Romano, ma ha descritto il ragazzo come minaccioso. Una perizia del 2022 ha rivelato che il killer aveva disturbi del comportamento. La madre di Romano nega queste accuse, considerando il figlio una vittima innocente. Il caso è ancora irrisolto e controverso.

Il caso dell’omicidio di Santo Romano: la versione del killer confesso

Il giovane Santo Romano di 19 anni è stato ucciso a San Sebastiano e il suo assassino, un 17enne reo-confesso, afferma di aver agito per legittima difesa. Tuttavia, la tesi sembra non reggere, considerando che il killer aveva la possibilità di evitare il contatto con la vittima e i suoi amici. Dopo aver sparato, il giovane fuggì a bordo di una Smart a folle velocità, anche se non era in possesso di una patente.

Il programma televisivo Quarto Grado ha rivelato la versione dei fatti fornita dall’assassino agli inquirenti, in cui ammette la propria colpevolezza. Ha dichiarato di aver sparato per difendersi da Santo Romano e dai suoi amici, e che la pistola utilizzata era detenuta illegalmente. L’avvocato del killer ha aggiunto che il gesto è stato compiuto in un momento di paura, sottolineando che il ragazzo si sentiva minacciato.

Le indagini hanno rivelato che il 17enne era affetto da disturbi comportamentali e socialmente pericoloso, sollevando interrogativi su come una persona del genere potesse circolare armata senza patente. La versione della difesa è stata contestata dalla famiglia di Santo Romano, che lo descrive come una vittima innocente e condanna gli spari come ingiustificati. La lotta per la verità continua, mentre il caso suscita indignazione e riflessioni sulla violenza giovanile.

Le versioni contrastanti sul caso Santo Romano

Il caso dell’omicidio di Santo Romano a San Sebastiano ha suscitato diverse versioni contrastanti tra il 17enne killer reo-confesso e la famiglia della vittima. Secondo il killer, avrebbe sparato per legittima difesa, dichiarando di essere stato minacciato dagli amici di Santo Romano. Tuttavia, la difesa della famiglia di Santo Romano contesta questa versione, sottolineando che il killer avrebbe potuto evitare il confronto e fuggire, invece ha deciso di sparare e poi di fuggire in auto.

Il killer ha ammesso di aver sparato a Santo Romano e di detenere illegalmente l’arma, affermando di essere affascinato dalle pistole. Ha affermato di aver sparato per difendersi dai ragazzi che lo stavano afferrando, ma ha anche rivelato la presenza di un’altra persona in auto con lui, senza fornirne il nome. La versione del killer è stata resa pubblica durante la trasmissione di Quarto Grado su Rete Quattro.

La difesa del killer sostiene che egli si sentisse minacciato da Santo Romano, il quale avrebbe lanciato una pietra verso di lui mentre cercava di fuggire in auto. Tuttavia, dalle immagini e dai filmati non è chiaro se ci siano prove concrete di questo presunto lancio di sassi. Nel 2022, una perizia psichiatrica ha rivelato che il killer soffriva di disturbo del comportamento e discontrollo degli impulsi, sollevando dubbi sul perché un individuo del genere fosse in possesso di un’arma e guidasse senza patente.

In tutto ciò, la mamma di Santo Romano e il suo avvocato hanno espresso la loro indignazione per la versione difensiva del killer, sostenendo che Santo fosse una vittima e che gli spari non possano mai essere giustificati. La verità sul caso Santo Romano sta ancora emergendo, lasciando aperte molte questioni e rendendo il dibattito ancora più acceso.

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