Migranti, presidio permanente di protesta: a capo sindaci dei Nebrodi

Migranti, presidio permanente di protesta: a capo sindaci dei Nebrodi

I sindaci dei Nebrodi si sono riuniti per valutare la situazione dopo l’ingresso di 50 migranti nell’hotel Canguro, in territorio di Sinagra (Me), e hanno deciso di effettuare un presidio permanente davanti all’albergo in attesa di una convocazione da parte della Prefettura alla quale hanno inviato un documento.

Il sindaco di Castell’Umberto capeggia una protesta contro il trasferimento di una cinquantina di immigrati in una struttura ex alberghiera della zona, al confine con il territorio di Sinagra.

Trentaquattro sindaci aderiscono al presidio

Trentaquattro sindaci sui quaranta che governano il territorio dei Nebrodi hanno preso posizione contro l’arrivo in un albergo di Sinagra di cinquanta immigrati. Arrivo del tutto inatteso, sostanzialmente, ha denunciato il sindaco di Castell’Umberto, Vincenzo Lionetto Civa, una sorta di “improvvisata”, una decisione presa un po’ a tradimento dalla Prefettura di Messina.

L’albergo Canguro, struttura dove sono stati sistemati momentaneamente gli immigrati, è in territorio di Sinagra, dove amministra Nino Musca, ma a prendere con grande determinazione in mano la situazione è stato soprattutto Lionetto, perché in pratica l’albergo si affaccia sulle case del suo paese.

Non chiamateci razzisti

Il sindaco di Sinagra, Nino Musca ha respinto con forza ogni accusa di razzismo. «Accusa decisamente fuori luogo. La nostra preoccupazione è, al contrario, che non si riesca a garantire in queste condizioni una adeguata assistenza agli immigrati. L’albergo Canguro? Da oltre un anno era chiuso, so che è stata fatta una verifica sull’agibilità ed è stato concesso un certificato di “sta bene” legato all’emergenza. Ma qui la questione è legata al fatto che ci troviamo di fronte a privati che si candidano per la gestione di strutture per l’accoglienza e di piani approvati senza che i Comuni di competenza siano informati e coinvolti».

I sindaci incontreranno il prefetto il prossimo 20 luglio. Niente respingimenti, dicono, ma vogliono comunicazioni tempestive, chiarezza nei progetti e un ruolo preciso degli enti locali. Per evitare che al caos globale in corso si aggiungano altre tensioni. Paese per paese, città per città. E forse, tra poco, pure quartiere per quartiere.

“Non siano contro i migranti ma contro il modo e la forma con cui ne sono stati mandati 50”, spiega Salvatore Castrovinci, sindaco di Torrenova, Comune dei Nebrodi vicino a Castell’Umberto. “Siamo per una distribuzione equa dei migranti – prosegue – siamo pronti all’accoglienza ma come prevede la circolare ministeriale di 2,5 migranti per ogni mille abitanti , il paese di Castell’Umberto era pronto per accogliere i sette migranti che spettano dalla circolare ma da sette a cinquanta penso che ci sia una notevole differenza, è impensabile che un Comune di tremila abitanti possa garantire la sicurezza dei migranti stessi e dei cittadini e la protesta è proprio per questo”.

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