Milano: bimbo cade in bici nel Naviglio e muore

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E’ tristissima la storia del piccolo Haris, un bimbo di 8 anni che, cadendo con la bici dentro al Naviglio, a Milano, ha perso la vita.

 Erano quasi le cinque di ieri pomeriggio. Alla fine della discesa di casa, il piccolo Haris non è riuscito a mantenere la bici in equilibrio, ha sterzato verso sinistra, ha sbattuto con violenza con la ruota anteriore e si è ribaltato in avanti cadendo in acqua. Dentro al Grande Naviglio di Turbigo, un paese di settemila anime in provincia di Milano, è rimasto per interminabili minuti, circa un’ora, per lui fatale.

Subito dopo, i soccorsi, i sommozzatori, le ambulanze, la corsa in ospedale. Tutto inutile, il bimbo era già cadavere. Verso le 18.30, il corpo del piccolo – che abitava a pochi metri dal luogo della tragedia – è stato trovato proprio all’altezza della centrale, incastrato tra le griglie, ed è stato recuperato dai sommozzatori del Saf. Il bimbo, in arresto cardiocircolatorio, è stato affidato ai medici del 118 che, con le manovre di rianimazione in corso, lo hanno caricato in elicottero e trasportato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove è stato morto in serata nel reparto di terapia intensiva. Sulla salma è stata disposta l’autopsia.

 Nell’agosto del 2016 una donna e la figlia di un anno, legata al seggiolino della bicicletta, erano cadute nel Naviglio Grande a Bernate Ticino (Milano). Fu un medico anestesista a salvarle, tuffandosi per liberare la bambina trascinata sott’acqua dal peso della bici. La piccola restò 40 minuti in arresto cardiaco ma, alla fine, il cuore riprese a battere.

L’anno prima un altro incidente in bicicletta, con un uomo trasportato in condizioni gravissime all’ospedale di Bergamo dopo essere caduto nel Naviglio all’altezza di Robecco sul Naviglio (Milano), nel tratto della pista ciclabile che costeggia il fiume. Qualche mese prima, un 14enne, Michael, si era tuffato nel fiume con gli amici ed era rimasto sott’acqua per 42 lunghissimi minuti. Quando era stato tirato fuori dalle acque del Naviglio, nei pressi di Castelletto di Cuggiono, le sue condizioni erano disperate, ma poi al san Raffaele di Milano avevano tentato una procedura estrema di assistenza meccanica del circolo, per sostenere l’attività cardiaca e le funzioni degli altri organi e ‘Michì aveva iniziato a riemergere, fino alla guarigione.

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