Ministero per la solitudine, istituito in Gran Bretagna da Theresa May
Ministero per la solitudine, la premier britannica, Theresa May, ha istituito un nuovo ruolo, quello di sottosegretario responsabile per la solitudine. La prescelta per ricoprire la carica è Tracey Crouch, già sottosegretaria responsabile per lo Sport.
L’iniziativa non è casuale, in Gran Bretagna Infatti il fenomeno si sta ingrandendo sempre di più, tanto da essere definita una vera e propria “epidemia”.
Ministero per la solitudine: in onore di Jo Cox
Un provvedimento in onore di Jo Cox, la deputata laburista che durante una campagna per l referendum sull’Unione Europea nel 2016, è stata tragicamente uccisa da un estremista di destra a 41 anni.
“Una delle terribili conseguenze di avere perso mia moglie è sapere che avrebbe reso il mondo un posto migliore. Ma come dico sempre ai nostri figli, ecco la prova che, anche se la mamma non c’è più, le battaglie che ha combattuto riescono ancora a produrre un effetto” ha detto Brendan Cox, marito della Cox.
“Ricordando la dedizione di Jo e il suo impegno nell’aiutare gli altri, dobbiamo fare tutto il possibile perché la solitudine non sia più accettata come inevitabile. Per troppe persone la solitudine è una triste realtà quotidiana” ha detto invece la May, ricordando e onorando il lavoro della Cox.
La Commisione sulla Solitudine era stata fondata proprio da Jo Cox, poco prima della morte, con l’auspicio che potesse essere nominata anche una figura, un sottosegretario appunto, che si occupasse del problema.
Ministero per la solitudine: nove milioni di persone ne soffrono
Nella sola Gran Bretagna si contano nove milioni di persone affette dalla “solitudine”, che causa danni alla salute che sono paragonabili al fumo di 15 sigarette giornaliere.
Sono 200mila le persone che in un mese non hanno parlato né con un amico né con un parente, da 1 a 5 pazienti richiamano i medici in casa per poter parlare con qualcuno.
L’ufficio nazionale di Statistica sta già cercando nuove metodologie per misurare il problema e permettere di trovare le soluzioni migliori.
La solitudine è un problema reale e che “non discrimina”, come diceva la Cox, può colpire qualunque fascia d’età e qualunque rango sociale.