Morto ex presidente Yemen: omicidio rivendicato dagli houthi
Morto ex presidente Yemen. Gli houthi hanno rivendicato l’uccisione dell’ex presidente yemenita Ali Abdallah Saleh, che lo scorso week end ha rotto la sua alleanza con i ribelli sciiti sostenuti dall’Iran.
Testimoni avevano riferito che la casa dell’ex presidente a Sanaa era stata fatta saltare in aria dagli houthi. E si era sparsa anche la voce dell’uccisione dello stesso Saleh, smentita dal partito dell’ex presidente.
L’emittente televisiva al-Masirah, controllata degli houthi, ha annunciato: ”La fine della crisi creata da una milizia traditrice e l’uccisione del suo leader”.
Fino alla scorsa settimana Saleh e gli houthi avevano combattuto fianco a fianco contro il governo del presidente yemenita, Abd Rabbo Mansour Hadi.
Ma nelle scorse ore Saleh aveva annunciato la fine dell’alleanza con gli houthi. Il partito dell’ex presidente ha confermato: morto Saleh.
Morto ex presidente Yemen, ucciso da un gruppo ribelle
Gli Houthi sono un gruppo ribelle che proviene dalle regioni settentrionali e in particolare da quella nordoccidentale di Saada. È formato da appartenenti a un’antica setta sciita, lo zaydismo.
Oggi lo zaydismo è diffuso solo in Yemen e vi si riconosce circa un terzo della popolazione, che si sente discriminata dal governo centrale. La maggioranza del paese è sunnita.
Gli Houthi sono attivamente combattuti dall’Arabia Saudita, l’influente vicino settentrionale dello Yemen, che li accusa di essere sostenuti dall’Iran e ha lanciato attacchi contro di loro lungo il confine yemenita negli scorsi anni.
Lo Yemen, una polveriera
Il periodo di grande instabilità yemenita è cominciato dopo le proteste del 2011, che posero fine ai trent’anni di dominio del paese da parte di Ali Abdullah Saleh.
Gli Houthi appoggiarono la protesta. Dopo mesi di agitazione, a giugno del 2011 il palazzo presidenziale di Sana’a’ venne bombardato e Saleh rimase ferito gravemente.
Alla fine dell’anno, Saleh lasciò il potere al suo vicepresidente dopo aver firmato un accordo per la transizione sotto l’egida dei paesi del Golfo.