Muore a 105 anni Clare Hollingworth: fece lo “scoop del secolo”

Muore a 105 anni Clare Hollingworth: fece lo “scoop del secolo”

Clare Hollingworth, reporter di guerra britannica che ebbe una grande carriera, e che è ricordata tra le altre cose per essere stata la prima persona a dare la notizia dell’invasione della Germania nazista in Polonia del 1939, è morta martedì. Aveva 105 anni e viveva a Hong Kong. Nel corso della sua lunga vita raccontò per diversi giornali britannici – tra cui il Daily Telegraph, il Guardian e l’Economist – la guerra del Vietnam, il conflitto in Algeria e quello israelo-palestinese. Hollingworth era considerata una pioniera del giornalismo per le donne.

Il 29 agosto 1939, il Telegraph uscì con in prima pagina il titolo “1.000 carri armati ammassati al confine con la Polonia. Dieci divisioni sono pronte per colpire”. L’articolo non era firmato, come succedeva spesso a quei tempi. Hollingworth era diventata giornalista a tempo pieno meno di una settimana prima e aveva già fatto quello che è stato definito poi “lo scoop del secolo”. Tre giorni dopo, il primo settembre 1939, Hollingworth vide i carri armati attraversare il confine e cominciare l’invasione: telefonò al segretario dell’ambasciata britannica a Varsavia, che però non le credette, convinto che le trattative tra Germania e Regno Unito fossero ancora in corso. Hollingworth allora mise il telefono fuori dalla finestra, per far sentire al segretario il rumore dei cingolati.

Finita la guerra, il 22 luglio 1946 si trovava con Geoffrey Hoare, reporter del Times con cui si sarebbe poi sposata. Poco dopo mezzogiorno era a un centinaio di metri dall’hotel King David, che fu fatto esplodere da alcuni militanti del gruppo sionista di destra dell’Irgun, uccidendo 91 soldati britannici. Nel 1963 era a Beirut per il Guardian, quando sparì l’ex agente dei servizi segreti britannici Kim Philby, che aveva iniziato a collaborare con l’Observer. In Vietnam, Hollingworth imparò il vietnamita per parlare con le persone locali, e fu una delle prime a prevedere che gli Stati Uniti non avrebbero vinto nonostante la loro superiorità militare.

Oltre che a raccontare un’epoca ne è diventata simbolo. Inglese del Leicestershire, è stata tra le prime donne a imporsi nel giornalismo. Era stata assoldata dal direttore del Daily Telegraph, ammaliato dalla sua esperienza oltremanica. Viaggiatrice per passione e curiosa per indole, seguì la Seconda Guerra Mondiale tra Turchia, Grecia ed Egitto. Raramente si tirò indietro e arrivò a gettarsi col paracadute insieme alle truppe alleate. Al termine della guerra rimase un’inviata dal fronte. Seguì in prima linea i conflitti in Palestina, Algeria e Vietnam. Scampò alla strage all’hotel King David a Gerusalemme, dove morirono 91 soldati britannici e fu la prima, e l’ultima, a intervistare lo scià Reza Pahlavi. Nel 1973 divenne la corrispondente da Pechino per il Telegraph e nel 1981 andò in pensione. Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Hong Kong, dove trascorreva la maggior parte del tempo frequentando il Foreign Correspondents Club, un ritrovo per giornalisti stranieri. Con lei se ne va una grande protagonista del Novecento, un secolo cruento vissuto prima con i suoi occhi e poi raccontato con le sue parole.

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