Muore la legge elettorale, spaccatura con il M5s: disordini in Camera

Muore la legge elettorale, spaccatura con il M5s: disordini in Camera

Quando il voto segreto diventa, per errore, palese, succedono disordini. Ieri alle 11,00, in Camera, si votava per la nuova legge elettorale. Prima, però, si è espressa la preferenza per un emendamento minore di Micaela Biancofiore (Forza Italia) che riguardava l’applicazione del ‘tedeschellum’ anche nel Trentino Alto Adige, a statuto speciale. Il patto Pd-Fi-M5s-Lega prevedeva un voto in massa contrario. Il voto sarebbe dovuto essere segreto, ma il tabellino si è illuminato con i pallini verdi e rossi per mostrare i favorevoli e contrari e si è, così, scoperto che il M5s si era espresso a favore. Accuse e disordini in Camera. I favorevoli sono stati 270, i contrari 256 e gli astenuti 1, la legge elettorale è morta prima di entrare in vigore.

“È stato un disguido”, si è scusata la presidente Laura Boldrini. La legge elettorale tornerà in Commissione, ma ora è quasi impossibile che potrà mai entrare in vigore. Emanuele Fiano, del Pd, conferma subito l’impressione comune: “La legge elettorale è morta”.

Non appena il tabellone ha mostrato chiaramente i votanti favorevoli e contrari, l’addetto al sistema di votazione dice, riferendosi alla presidente: “Non ha detto segreta!”. La Boldrini esclama: “No, è a voto segreto! È a voto segreto!”. Le palline del tabellone diventano tutte azzurre, ma ormai il danno è fatto.

M5s: “Non ci addebitino responsabilità”

Il Movimento 5 stelle si difende: “Pd e maggioranza non devono neanche pensare lontanamente di addebitarci la responsabilità. Hanno oltre 300 deputati. Se c’è qualcuno responsabile sono loro. L’emendamento passato era un emendamento di giustizia per non consentire che il Trentino Alto Adige diventasse un feudo del Pd. È stato giusto farlo passare. Il testo torna in commissione? No no, è finito”.

Salvini: “Chiedo le dimissioni immediate di Gentiloni

Il leader della Lega, Matteo Salvini, chiede le dimissioni di Gentiloni: “Oggi vince il PdP, il partito delle poltrone. Rialzano la testa i poltronari, quelli che vogliono solo scranni e poltrone. A questo punto chiedo a Gentiloni le sue dimissioni immediate, un decreto per una legge elettorale comune alla Camera e al Senato per andare subito al voto e lo scioglimento del Parlamento ormai immobile e impegnato solo a salvare poltrone e stipendi”.

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