‘Ndrangheta: arrestato in Brasile il latitante Vincenzo Macrì
E’ stato arrestato a San Paolo, in Brasile il latitante Vincenzo Macrì, 52 anni di Siderno, figlio di un’altro boss, Antonio Macrì, soprannominato Boss dei Due Mondi, per le sue influenze oltreaoceano, Canada e Stati Uniti, ucciso in Canada nel 1975.
A localizzare e catturare Macrì, gli agenti della polizia brasiliana. Considerato un esponente apicale della cosca Commisso di Siderno, Macrì è stato bloccato nell’aeroporto di San Paolo mentre si accingeva ad imbarcarsi su un volo diretto a Caracas, dove viveva da qualche tempo utilizzando una falsa identità scoperta dagli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco. L’arresto è frutto della collaborazione tra lo Sco, l’Fbi e l’Homeland Security.
Vincenzo Macrì era stato già arrestato nel 1990 in America dall’Fbi per traffico di stupefacenti. Scontò 14 anni di carcere fino al 27 novembre 2002. Una breve parentesi in Calabria a Siderno, poi era volato in Olanda dove aveva intrapreso una nuova attività: quella di florivivaista, fissando la sua residenza a Aalsmeer. Non aveva perso, però, i contatti con la famiglia e con la cosca dei Commisso, altro importante clan con ramificazioni Oltreoceano
Negli ultimi tempi viveva in Olanda, ad Aalsmeer, dove gestiva gli interessi illeciti della cosca Commisso di Siderno. Dopo il blitz dell’operazione “Acero-Crupi”, però, Vincenzo Macrì si era trasferito in Sud America. Utilizzando una falsa identità, si era stabilito a Caracas, in Venezuela dove ieri il latitante calabrese di 52 anni stava rientrando dopo un viaggio a San Paolo. La squadra mobile di Reggio Calabria, diretta da Francesco Rattà, lo ha rintracciato all’aeroporto brasiliano.
Minniti: «Straordinario»
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha telefonato al capo della Polizia, Franco Gabrielli per complimentarsi dell’operazione. «L’arresto di Macrì è un’altra importantissima operazione contro la ‘ndrangheta che si aggiunge agli arresti di altri pericolosi latitanti operati di recente dal lavoro straordinario delle forze di polizia», ha commentato il titolare del Viminale.