Nel 2023 gli investimenti sull’acqua raggiungono i 65 euro all’anno per abitante

Gli investimenti nel settore idrico in Italia stanno crescendo, con previsioni di raggiungere fino a 80 euro annui per abitante entro il 2025 grazie anche al PNRR. I gestori industriali hanno realizzato investimenti significativi, mentre gli enti locali presentano cifre inferiori. Le differenze tra regioni e classi di fatturato sono evidenti, con il Sud che registra investimenti medi inferiori. I fondi pubblici e contributi giocano un ruolo importante nell’incremento degli investimenti, incidenza che varia da regione a regione. L’accelerata degli ultimi anni è dovuta agli strumenti finanziari straordinari, ma occorre continuare a investire per garantire la sicurezza idrica.
Investimenti nel settore idrico in Italia: prospettive future e impatti attuali
Il Quaderno del Blue Book “Investimenti per la sicurezza idrica e la qualità del servizio”, presentato a Roma, evidenzia un aumento degli investimenti nel settore idrico in Italia. Nel 2023, gli investimenti per abitante hanno raggiunto i 65 euro, con previsioni di crescita fino a 80 euro nel 2025, soprattutto grazie ai progetti legati al PNRR. I gestori industriali hanno realizzato investimenti significativi, ma le gestioni “in economia” presentano dati più bassi, con investimenti medi di soli 29 euro per abitante nel 2023.
Le differenze regionali e di dimensione aziendale sono evidenti: il Nord e il Centro registrano investimenti pro capite più elevati rispetto al Sud, mentre le aziende più grandi investono di più delle aziende di minori dimensioni. I fondi pubblici e contributi hanno svolto un ruolo importante nell’incremento degli investimenti, con una previsione di raggiungere 5,1 miliardi di euro nel periodo 2024-2025. L’obiettivo è garantire la sicurezza idrica, la tutela del territorio e la continuità del servizio anche in situazioni di stress climatico.
La serie storica degli investimenti mostra un miglioramento progressivo della spesa pro capite, con un aumento del +99% tra il 2012 e il 2023. L’introduzione di regolazioni specifiche, come la RQTI, ha incentivato ulteriori investimenti nel settore. Il CNEL ha presentato un disegno di legge per la tutela e l’efficientamento delle risorse idriche, riconoscendo l’importanza della gestione corretta del sistema idrologico per la sicurezza dei territori e il benessere delle persone.
Investimenti nel settore idrico in Italia: una panoramica sui dati recenti
I recenti investimenti nel settore idrico in Italia hanno raggiunto cifre significative, con una proiezione di crescita costante nei prossimi anni. Secondo il Quaderno del Blue Book presentato oggi a Roma, gli investimenti per abitante nel settore idrico hanno raggiunto i 65 euro nel 2023, con una previsione di crescita fino a 80 euro nel 2025, principalmente a causa dei progetti legati all’attuazione del PNRR. Questa tendenza è confermata dal fatto che i gestori industriali hanno realizzato investimenti per 13,2 miliardi di euro nel biennio 2024-2025, segnando un significativo aumento rispetto al passato.
Un elemento importante emerso dallo studio riguarda le differenze regionali e di dimensione aziendale. Le regioni del Nord e del Centro registrano un investimento medio pro capite più elevato rispetto al Sud, con previsioni di recupero fino a 58 euro entro il 2025. Inoltre, si evidenzia che i gestori di maggiori dimensioni tendono a investire di più rispetto a quelli con un fatturato inferiore, dimostrando che la flessibilità gestionale può favorire la mobilitazione di capitali importanti anche per operatori intermedi.
Un ulteriore elemento chiave sono i fondi pubblici e contributi che hanno raggiunto circa 2,4 miliardi di euro per il periodo 2021-2023, con una previsione di crescita a 5,1 miliardi includendo il periodo 2024-2025. Questi contributi, in aumento da 17 a 33 euro pro capite, hanno un impatto significativo nelle regioni centrali e meridionali, mostrando come strumenti finanziari straordinari come il PNRR e il REACT-EU possano supportare gli investimenti nel settore idrico.
In conclusione, gli investimenti nel settore idrico in Italia stanno seguendo una tendenza positiva, favorita anche dagli strumenti finanziari e dalla regolazione incentivante. Tuttavia, resta ancora molto da fare per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico e alle nuove direttive comunitarie. È necessario continuare su questa strada, puntando non solo sulla quantità ma anche sulla qualità degli interventi per garantire la sicurezza idrica e la qualità del servizio in modo sostenibile per il futuro.
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