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Nel 2023 si registra un nuovo record di natalità con un calo anche dei nati da stranieri

I dati Istat del 2023 mostrano una diminuzione delle nascite in Italia, con un calo del 3,4% rispetto al 2022. Questo trend negativo si inserisce in una costante riduzione delle nascite rispetto al 2008, con una perdita complessiva di 197mila unità. La diminuzione dei nati è attribuibile principalmente alle coppie di genitori entrambi italiani. La denatalità prosegue nel 2024, con una diminuzione delle nascite del 2,1% rispetto al 2023. Sul piano dei nomi più scelti, Leonardo e Sofia rimangono in testa, con Edoardo e Ginevra che guadagnano posizioni. Aumenta anche l’uso del doppio cognome paterno e materno.

La diminuzione delle nascite in Italia nel 2023

Nel 2023, secondo i dati Istat, le nascite della popolazione residente sono state 379.890, registrando un calo di 13mila unità rispetto all’anno precedente, corrispondente al 3,4%. Questo trend di decremento segna un nuovo record negativo di denatalità in Italia, confermando una tendenza in atto da diversi anni. Dal 2008, anno in cui il numero dei nati vivi superava le 576mila unità, si è verificata una perdita complessiva di 197mila unità, equivalente al 34,1%.

L’andamento demografico è influenzato sia dalla diminuzione della fecondità delle donne, attestata a 1,2 figli per donna nel 2023, che dalla riduzione del numero di donne in età fertile, convenzionalmente compresa tra i 15 e i 49 anni. Le donne nate durante il baby-boom sono ormai oltre il limite dei 49 anni, mentre quelle della generazione successiva (1976-1995) hanno portato la fecondità a un minimo storico di 1,19 figli per donna.

La crisi delle nascite riguarda principalmente le coppie di genitori italiani, che costituiscono più del 75% delle nascite totali. Nel 2023, i nati da genitori italiani sono stati circa 298.948, in calo del 3,9% rispetto all’anno precedente e del 37,7% rispetto al 2008. Le nascite da coppie miste, con almeno un genitore straniero, hanno registrato un calo meno accentuato, ma comunque significativo.

Nel 2024, la tendenza al ribasso delle nascite sembra proseguire: i primi dati provvisori indicano una diminuzione del 2,1% rispetto al periodo gennaio-luglio del 2023. La scelta dei nomi per i neonati conferma tendenze consolidate, con “Leonardo” al primo posto per i maschi e “Sofia” per le femmine. L’attribuzione del doppio cognome paterno e materno è in aumento, raggiungendo il 6,2% del totale nel 2023.

La denatalità in Italia: un trend in continuo calo

Il 2023 ha visto una diminuzione delle nascite della popolazione residente in Italia, con un totale di 379.890 bambini nati, 13mila in meno rispetto al 2022. Questa tendenza al ribasso ha portato a un ulteriore superamento del record di denatalità, ormai consolidato nel tempo. Dal 2008, anno in cui il numero dei nati vivi era di 576mila unità, si è registrata una perdita complessiva di 197mila unità, corrispondente a un tasso di variazione medio annuo del 2,7 per mille.

Le cause di questa diminuzione sono da attribuire principalmente alla bassa tendenza a avere figli, con una media di 1,2 figli per donna nel 2023, e ai mutamenti strutturali della popolazione femminile in età feconda. Le donne comprese tra i 15 e i 49 anni sono sempre meno numerose, con una maggiore presenza di donne nate nel periodo del baby-bust, caratterizzato da una significativa diminuzione della fecondità.

La diminuzione delle nascite riguarda soprattutto le coppie di genitori entrambi italiani, che costituiscono oltre i tre quarti delle nascite totali. Nel 2023, i nati da genitori italiani sono stati circa 12mila in meno rispetto all’anno precedente e 181mila in meno rispetto al 2008. Le nascite da coppie miste, in cui almeno uno dei genitori è straniero, sono invece in diminuzione, con un calo dell’1,5% rispetto al 2022.

Le previsioni per il 2024 indicano una continuazione della denatalità, con una diminuzione delle nascite nel periodo gennaio-luglio rispetto all’anno precedente. I nomi più scelti dai genitori riflettono le tendenze del momento, con Leonardo al primo posto tra i maschi e Sofia in testa tra le femmine. La pratica del doppio cognome, in crescita dal 2020, coinvolge il 6,2% dei nati residenti in Italia, con valori più alti per le coppie non coniugate e per quelle con almeno un genitore che ha avuto un matrimonio precedente.

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Redazione

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