“No” dei pediatri alla dieta vegana per i bambini

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“La salute inizia dallʼutero materno”, lo afferma Vito Leonardo Miniello. Docente di nutrizione e dietetica infantile all’università di Bari e vicepresidente della Sipps, ha scelto di prendere posizione sulle diete «veg» in gravidanza e nel corso dell’età evolutiva, per evitare spiacevoli ripercussioni per la salute dei più piccoli. Promossa la dieta mediterranea. L’opposizione alla dieta vegana è ferma: nessuno specialista dovrebbe mai raccomandarla a una coppia per il proprio figlio, nei primi anni di vita.

Quanto al vegetarianesimo, l’apertura è parziale: a patto che sulla tavola trovino posto il latte e le uova oltre ad alimenti fortificati con vitamina B12, ferro e omega 3. Tassativo per le famiglie evitare il fai-da-te.

Il documento, il primo di questo tipo nel nostro Paese, è il frutto di un anno di lavoro: oltre 120 gli studi internazionali passati in rassegna col coordinamento di Margherita Caroli, tra i massimi esperti di nutrizione pediatrica in Europa. Eterogeneo è pure il target delle persone arruolate nelle ricerche: donne in gravidanza, giovani mamme, lattanti, bambini e adolescenti.

Sfogliando il dossier, si evince che “le diete latto-ovo-vegetariane e vegane sono inadeguate al corretto sviluppo del bambino: in chiave neurologica, psicologica e motoria”. Le responsabilità sono da riconoscere al molto più che probabile deficit di alcuni micronutrienti: il ferro, lo zinco, la vitamina B12 e l’acido docosaesanoico su tutti.

Ecco perché, almeno fino al raggiungimento del quinto anno di età, la scelta non dovrebbe mai essere consigliata dagli specialisti: soprattutto perché mancano evidenze a sostegno di un effetto preventivo e terapeutico tanto rispetto alle malattie trasmissibili quanto a quelle croniche, nel confronto realizzato con le diete onnivore bilanciate.

La risposta dei pediatri

Cosa devono fare i pediatri ed i nutrizionisti se i genitori somministrano una dieta vegana ai propri figli? “Occorre far capire loro che l’integrazione della dieta è imprescindibile, così come la necessità di monitorare in maniera molto più frequente i loro figli”. La scelta ideale, fin dai primi mesi di vita, rimane quella mediterranea: basata sul consumo prevalente di alimenti vegetali e sull’uso limitato di prodotti animali.

Un’affermazione che nella rassegna risulta consolidata anche dalla maggiore incidenza di disturbi del comportamento alimentare, anoressia, bulimia, binge eating disorder, riscontrati tra gli adolescenti contrari al consumo di carne, pesce e loro derivati. Per l’Eurispes, il 4,6% degli italiani è vegetariano e il 3% vegano: oltre quattro milioni. Nella galassia, rientrano in realtà dai raccoglitori (che mangiano solo ciò che cade dagli alberi) ai pesco-vegetariani (per cui l’unico divieto è per la carne di volatili e animali terrestri). Nel mezzo si collocano i fruttariani, i crudisti, i vegani, gli ovo-vegetariani, i latto-vegetariani e i latto-ovo-vegetariani.

La dieta che esclude dalla tavola tutti gli alimenti di origine animale è la più diffusa, sebbene in Italia sia in leggero calo. Mentre la vegana, tra le scelte più estreme, è quella più seguita.

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