Da fuoco alla compagna, sembrava un incidente: preso dopo 6 mesi
Colpo di scena nel caso della morte di Laura Tirri, morta dopo 18 giorni di agonia per le ustioni sul 40 per cento del suo corpo. L’episodio risale allo scorso marzo a Rosolini in provincia di Siracusa, all’inizio si era parlato di un incidente domestico, ma sarebbe invece un femminicidio. La donna di 32 anni è stata trovata ustionata in casa, dove era stata registrata anche l’esplosione di una piccola bombola di gas da campeggio
La svolta alle indagini
Ad ucciderla, buttandole del liquido infiammabile addosso e dandole fuoco, sarebbe stato il suo compagno: Sebastiano Iemmolo, che è stato arrestato dalla polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Siracusa, in particolare dal sostituto Salvatore Grillo.
«La svolta nelle indagini sul delitto sono arrivate dal sequestro dell’appartamento e dalle intercettazioni», spiega il procuratore capo Paolo Giordano. Iemmolo è stato incastrato soprattutto dalle parziali ammissioni, «mezze frasi» le definisce il procuratore, che avrebbe fatto al telefono, parlando sia con la madre che con il figlio. Adesso è rinchiuso in carcere e deve rispondere di femminicidio, maltrattamenti in famiglia nei confronti di un minorenne e incendio.
Gli accertamenti degli investigatori, che si sono avvalsi anche di una perizia tecnica, hanno invece ricostruito una storia diversa. Sarebbe stato il compagno, al culmine di una lite, a dare fuoco alla donna. Il tutto sarebbe successo davanti al figlio di sette anni che avrebbe poi raccontato alla nonna materna alcuni dettagli che hanno portato alla verità.
Sono emersi indizi importanti sulla responsabilità dell’uomo che anche in altre occasioni avrebbe aggredito la compagna. È stato il Gip del Tribunale di Siracusa a emettere il provvedimento di arresto per Iemmolo con l’accusa di omicidio, maltrattamenti, lesioni, incendio e calunnia. Ora il 36enne si trova in carcere.