Novità Ape per il 2017: dai 63 anni per quattro nuove categorie

Novità Ape per il 2017: dai 63 anni per quattro nuove categorie

All’Ape agevolato potranno aspirare dal prossimo 1° maggio 2017 quattro categorie di lavoratori al compimento dei 63 anni (disoccupati, invalidi, chi assiste un familiare e gli addetti a mansioni difficoltose o rischiose) a condizione che possano vantare almeno 30 anni di contributi che diventano 36 anni nel caso degli addetti alle mansioni difficoltose o rischiose.

Secondo quanto puntualmente chiarito dall’Istituto, quattro categorie di lavoratori potranno godere di un sussidio di accompagnamento alla pensione di vecchiaia a partire dai 63 anni entro un massimo di 1.500 euro mensili.

Le  questioni riguardanti l’Ape dovranno essere risolte dai decreti e dalle disposizioni attuative di Inps e ministero del Lavoro entro il primo maggio 2017, anche se il rischio di uno slittamento è piuttosto elevato.

La questione del fondo pensionistico sarà un nodo da sciogliere: il requisito contributivo minimo deve essere ragguagliato.
Per esempio: se i 30 anni di versamenti (o i 36 anni) fossero frutto di carriere contributive miste (10 anni in una gestione pubblica o nella gestione separata ed altri 20 anni nel fondo pensione lavoratori dipendenti) c’è il rischio di non poter accedere all’Ape sociale. Stessa cosa per quanto riguarda l’Ape volontaria dove il requisito contributivo è minore, pari a 20 anni. Se esso non è stato raggiunto in una sola cassa il rischio è di essere tagliati fuori dalla misura.

C’è poi il vincolo, per i lavoratori impiegati in mansioni difficoltose o rischiose che le attività in questione siano state svolte per almeno 6 anni in modo continuativo. Anche in tal caso il Pd aveva proposto un emendamento, non accolto dal Governo, che proponeva di cancellare il vincolo della continuità del lavoro dato che per alcune professioni questo requisito potrebbe non essere facilmente raggiunto in modo continuativo.
Inoltre, la legge prevede che per l’accesso all’Ape sociale non è necessario, a differenza di quanto si prevede con l’Ape volontario, che la pensione futura non risulti inferiore a 700 euro al mese nè che l’interessato sia a non più di 3 anni e 7 mesi dal pensionamento di vecchiaia nel regime obbligatorio.
Sull’Ape volontario, tra i vari aspetti, c’è da chiarire cosa accade in caso il lavoratore raggiunga i requisiti per la pensione anticipata, durante il sostegno economico, prima della maturazione dell’età pensionabile di vecchiaia. Si pensi ad un lavoratore con 63 anni e 42 anni di contributi che accede all’Ape volontario. In teoria il prestito dovrebbe accompagnarlo sino ai 66 anni e 7 mesi ma se il percettore riesce nel frattempo a lavorare (è espressamente possibile farlo durante l’Ape volontario senza limite di reddito anche con rapporti di lavoro part-time) e raggiunge, pertanto, i 42 anni e 10 mesi di contributi utili per la pensione anticipata prima del pensionamento di vecchiaia, il meccanismo andrebbe in cortocircuito.
Il prestito continuerebbe infatti sino alla pensione di vecchiaia (l’interessato deve, infatti, fare domanda di pensione di vecchiaia all’Inps al momento di accesso all’Ape volontario) nonostante il lavoratore avrebbe già maturato il diritto all’uscita anticipata con diversi anni di anticipo. Sarebbe utile che si prevedesse espressamente la possibilità di estinzione anticipata del prestito in tale circostanza abbassando così i costi complessivi per il lavoratore.

Svetta l’ormai noto Ape: Ape volontaria, Ape aziendale e Ape sociale. Quindi ecco l’anticipo per i lavoratori precoci, l’anticipo per i lavoratori con periodi di attività usuranti, l’ottava salvaguardia-esodati, l’ampliamento (seppur limitato) dell’Opzione donna, il cumulo gratuito dei versamenti effettuati in diverse gestioni.

Il focus sarà tutto sulla sperimentazione dell’Ape, l’anticipo finanziario a garanzia pensionistica che sarà disponibile da mese di maggio. E’ uno strumento che assume i connotati di prestito-ponte verso la pensione per i tanti lavoratori con i requisiti anagrafici e contributivi che hanno esaurito gli ammortizzatori sociali disponibili (dal 2017 non ci sarà più la mobilità).

L’ape però è anche un’opportunità per chi, con un posto di lavoro sicuro, decidesse di approfittare di questa forma flessibile di anticipo con finanziamento bancario. Per capirci potrebbe sostituire le scelte di chi, con i medesimi requisiti, avrebbe potuto scegliere quest’anno il part-time agevolato e ora invece ha sul tavolo anche l’alternativa dell’Ape volontaria.

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