Oggi è il primo aprile, attenti agli scherzi: come nasce questa usanza

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Quali sono le origini dell’usanza ormai diffusa di fare scherzi il primo giorno del mese d’aprile? Non si sa molto, quello che sappiamo è di una credenza che ci riporta molto indietro nel tempo.

Precisamente nel XV secolo, quando si smise di festeggiare il Capodanno tra il 25 marzo e il 1 aprile e venne istituito il calendario gregoriano.

Secondo questa versione dei fatti, esiste anche data di nascita precisa del primo pesce d’aprile, ovvero il 1564. Anno in cui il re francese stabilì, con il decreto di Rossiglione, che il primo giorno dell’anno sarà a gennaio.

E questo ancora prima dell’entrata in vigore ‘ufficiale’ del Calendario Gregoriano nel 1582.

La prima definizione “sciocchi d’aprile”, per l’appunto, era dedicata a tutti coloro che non riuscivano ad abituarsi al nuovo calendario.

In origine, questi scherzi consistevano nel recapitare regali assurdi o semplicemente pacchetti vuoti alle persone che continuavano a festeggiare il Capodanno tra marzo e aprile, ignorando l’introduzione del nuovo calendario.

Come se non bastasse, all’interno di questi finti regali di solito era inserito un biglietto con su scritto “poisson d’avril” (“pesce d’aprile” in francese).

Il pesce d’aprile nel mondo

Sembra che l’usanza di fare scherzi il primo giorno d’aprile sia nata prima in Francia e in Inghilterra e che solo in seguito si sia diffusa nel resto d’Europa.

Non tutti i paesi del mondo, comunque, festeggiano questo giorno allo stesso modo. In Scozia, ad esempio, il pesce d’aprile dura addirittura due giorni. Il secondo giorno viene chiamato “Taily Day”, poiché ci si diverte ad attaccare sulla schiena delle “vittime” un biglietto con la scritta “Kick me!” (Dammi un calcio). Il danno, come si suol dire, oltre alla beffa.

I primi burloni, così sembrerebbe, sono stati francesi e tedeschi. Il giorno della burla emigrò in Inghilterra solo alla fine del 1700 e poi da lì nel resto d’Europa.

 

 Anche in Italia

In Italia la festa è relativamente recente: da noi il Pesce d’aprile è arrivato fra il 1860 e il 1880, la città madre della burla fu Genova e i primi scherzi si diffusero nella zona del porto. All’inizio era “un privilegio raro”, per dirla alla De Andrè. Il popolo ne avrebbe beneficiato (e riso) solo parecchi anni dopo.

La domanda permane: perché proprio i pesci? Probabilmente perché i pesci abboccano facilmente in molti casi e certo non sono elevati a modello di animali intelligenti per eccellenza. Allo scherzo insomma, si abbocca come un pesce all’amo e quindi la connessione di senso c’è.

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