Ogni anno a rischio 60 mila posti di lavoro a causa dei dazi imposti dalla Fumarola

Ogni anno a rischio 60 mila posti di lavoro a causa dei dazi imposti dalla Fumarola

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La leader della Cisl Daniela Fumarola ha lanciato un allarme sull’impatto devastante di una guerra tariffaria sugli affari italiani. Le aziende rischiano di perdere tra i 4 e i 7 miliardi di euro, con la possibilità di perdere oltre sessantamila posti di lavoro ogni anno. Settori chiave come l’export, l’agroalimentare, il vitivinicolo e la farmaceutica sarebbero particolarmente colpiti. Fumarola ha sottolineato l’importanza dell’unità europea nella gestione di questa crisi, sottolineando la necessità di una politica industriale comune e di supporto alle imprese esposte. Inoltre, ha proposto un patto sociale trilaterale per affrontare congiuntamente la situazione.

Impatto di una guerra tariffaria sulle aziende italiane

Daniela Fumarola, leader della Cisl, ha lanciato un allarme riguardante l’impatto di una guerra tariffaria sulle aziende italiane. Secondo Fumarola, questa situazione potrebbe comportare una perdita economica tra i 4 e i 7 miliardi di euro annui, con una significativa riduzione dell’occupazione di oltre sessantamila posti di lavoro ogni anno.

Le relazioni commerciali con gli Stati Uniti rappresentano un punto cruciale per l’export italiano, con un valore di 65 miliardi di euro nel 2024 e un surplus di 39 miliardi. Un’eventuale colpo a questo legame potrebbe danneggiare gravemente la manifattura italiana, in particolare i settori ad alta intensità di lavoro e innovazione, come l’agroalimentare, il vitivinicolo, i macchinari e la farmaceutica.

La risposta a questa situazione deve essere caratterizzata dalla coesione e dall’unità dell’Europa. È necessario evitare conflitti tra singoli stati e agire in modo compatto, evitando approcci bilaterali e promuovendo un deciso processo di integrazione. Anche a livello nazionale, Governo e parti sociali devono prepararsi a sostenere le imprese e i lavoratori colpiti, adottando politiche mirate, strumenti adeguati e un patto sociale trilaterale per il rafforzamento dell’economia.

In definitiva, è fondamentale agire con tempismo e coordinazione sia a livello europeo che nazionale per contrastare gli effetti negativi di una potenziale guerra tariffaria sul tessuto economico e sociale del Paese.

Impatto dell’imminente guerra tariffaria sulle aziende italiane

Daniela Fumarola, leader della Cisl, ha lanciato un allarme riguardante l’impatto che una guerra tariffaria potrebbe avere sulle aziende italiane, con previsioni di costi tra i 4 e i 7 miliardi di euro. Questo scenario avrebbe ripercussioni pesantissime sull’occupazione, causando la perdita di oltre sessantamila posti di lavoro ogni anno.

Gli Stati Uniti rappresentano un mercato fondamentale per l’export italiano, con un surplus di 39 miliardi di euro nel 2024. Colpire questo legame potrebbe danneggiare direttamente settori chiave dell’industria italiana, come agroalimentare, vitivinicolo, macchinari e farmaceutica. Oltre agli effetti economici e sociali, l’inasprimento dei dazi potrebbe portare a un aumento dell’insicurezza e dell’instabilità globale.

Fumarola sottolinea l’importanza della coesione europea di fronte a questa minaccia, invitando a evitare conflitti tra singoli stati e adottare un approccio unitario. A livello nazionale, è essenziale che il Governo e le parti sociali si preparino a sostenere le imprese e i lavoratori colpiti, attraverso politiche mirate che seguano le linee guida europee.

La proposta di un patto sociale trilaterale tra Governo, Sindacato Confederale e Associazioni Datoriali potrebbe essere la chiave per affrontare questa sfida, individuando obiettivi comuni di produttività, competitività, salari, formazione e tutela del lavoro. È necessario creare sinergie per garantire la sostenibilità e il rafforzamento dell’economia di fronte ai rischi di una guerra tariffaria imminente.

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