Omicidio a Como: nipote uccide il nonno al culmine di una lite
Omicidio a Como. Giovanni Volpe, 78 anni, ha trovato la morte per mano del nipote Luca, presso la sua abitazione, a Cantù in provincia di Como. Il delitto sarebbe avvenuto nel pomeriggio di venerdì 16 marzo, poche ore prima del ritrovamento del corpo ormai privo di vita da parte del figlio della vittima, il quale si era recato dal padre perché non riusciva a rintracciarlo.
A far risalire al nipote è stata la testimonianza della vicina di casa, che sembrerebbe abbia visto il ragazzo allontanarsi dall’abitazione a bordo dell’auto del nonno, una Fiat Panda. I carabinieri nella tarda notte, già sulle tracce del sospettato, hanno intercettato il cellulare del giovane che agganciava la zona di Novedrate, nei pressi di un motel.
Omicidio a Como: il giovane avrebbe agito sotto effetto di droghe
In stato confusionale dovuto probabilmente all’assunzione di droga e alcol, avrebbe fatto della parziali ammissioni, che comunque non lasciano dubbi alle autorità sulle sue responsabilità, avvalorate dagli abiti sporchi di sangue che indossava proprio al momento dell’arresto. Proseguono le indagini per ricostruire le dinamiche del delitto, che sembrerebbe sia scaturito da una lite fra i due.
Infatti sul tavolo della cucina sono state trovate delle tracce di droga che avrebbero potuto dare inizio alla lite fra nonno e nipote, conclusa poi tragicamente con la morte dell’anziano. Sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte del pensionato, ferito mortalmente da diverse coltellate. Il giovane 28 enne, con alle spalle precedenti penali, viveva con il nonno materno dopo la scarcerazione avvenuta mesi prima. La convivenza non era stata facile, visto i vari e passati interventi dei carabinieri per sedare i continui litigi, dovuti a problemi di soldi e droga del ragazzo.
Giovanni Volpe, rimasto vedovo in pensione dopo aver lavorato tanti anni come bidello nelle scuole medie, era una persona tranquilla, ben voluto da tutta la comunità, e aveva deciso di accogliere nella sua casa il figlio della figlia, nonostante si trattasse di un ragazzo problematico, entrato nel tunnel della droga, proprio come la madre, morta pochi mesi prima.
Gli ha fatto da padre, sin dall’infanzia, tanto da fargli ereditare il suo cognome, aprendogli le porte di casa tutte le volte che usciva dal carcere per questioni di droga e rapina, ma ciò non lo ha salvato dall’istinto omicida del nipote, che dopo averlo accoltellato, è scappato, lasciandolo morire.