Omicidio del lago, identificata la donna trovata in un sacco
La donna del lago è Gabriella Fabbiano, 43 anni, di Cernusco sul Naviglio. I carabinieri l’hanno identificata nella tarda serata.
Aveva le mani legate, il corpo avvolto in un telo bianco di plastica come quelli che ricoprono i gazebo e impacchettata in un fagotto stretto con delle cinghie da tapparella e del filo. Poi tre grandi blocchi di cemento armato legati con delle funi, che nella testa dell’assassino dovevano essere sufficienti per mantenere il corpo immerso nell’acqua sul fondo della cava.
Dai primi accertamenti pare che la donna, con un matrimonio fallito alle spalle e due figli, avesse avuto nell’ultimo periodo relazioni con alcuni uomini. Sembra che nessuno avesse denunciato la sua scomparsa. Sul corpo non sono state trovate ferite evidenti, tranne una alla testa, ma potrebbe essere stata causata dall’urto con una pietra quando il corpo è stato gettato in acqua oppure da trascinamento sul terreno.
Per capire come è stata uccisa bisognerà aspettare l’autopsia. L’unico dato certo è che la donna non può essere finita nel lago da sola. Forse è stata soffocata o strangolata, un’altra ipotesi parla anche della possibilità che sia stata narcotizzata o stordita prima di essere uccisa.
Certamente è stata ammazzata altrove e lasciata qui, nel lago della cava di Cernusco sul Naviglio, non più tardi di un paio di giorni fa, secondo il primo esame del medico legale. Per arrivare alla cava bisogna percorrere via Adua, una strada residenziale con piccole palazzine e villette. Poi occorre proseguire verso la cascina Torriana, fino a perdersi nelle campagne. È a questo punto, quando la strada diventa sterrata, che si scorge un grande cancello grigio. L’unico accesso al laghetto.
Nella zona della cava non ci sono telecamere di sorveglianza che hanno ripreso la scena. La cava riempita d’acqua è profonda 12 metri, ma chi ha gettato il corpo probabilmente non ha raggiunto il centro e così ieri il titolare dell’area ha visto spuntare dall’acqua uno strano involucro e ha dato l’allarme. Per recuperarlo sono dovuti intervenire i vigili del fuoco.
La donna era in pigiama o una tuta e senza scarpe. Abbigliamento «da casa», lo hanno definito gli investigatori, tanto che da subito è stata esclusa l’ipotesi che la vittima potesse essere una prostituta. Non aveva documenti e non sono stati trovati soldi o telefoni cellulari.
I carabinieri della compagnia stanno interrogando parenti e amici della vittima. Il sospetto è che l’omicidio possa essere legato alla cerchia relazionale della donna, cioè ad una persona che le è stata vicina in passato o nel presente. A conferma di tutto questo anche il fatto Gabriella Fabbiano potrebbe essere stata uccisa in casa, se si giudica dall’abbigliamento con il quale è stata ritrovata.