Omicidio nel foggiano: la giovane vittima aveva legami con la mafia
Omicidio nel foggiano. Ieri sera è stato ucciso Antonio Fabbiano, 25 anni, in via Tripoli, sotto casa sua, a Vieste in provincia di Foggia. Il ragazzo è stato raggiunto da due colpi di arma da fuoco che lo hanno ferito al torace e all’addome. E’ stato trasportato d’urgenza all’ospedale “Casa sollievo della sofferenza” di San Giovanni Rotondo dove è morto nella notte.
Omicidio nel foggiano: la vittima uccisa da due colpi di fucile
Secondo una prima ricostruzione Fabbiano si trovava intorno alle 23 sotto la sua abitazione in via Tripoli, nelle vicinanze del porto, quando due sicari, non ancora identificati, avrebbero aperto il fuoco contro il giovane sparando numerosi colpi di fucile, due dei quali hanno ferito mortalmente la giovane vittima. Le condizioni del ragazzo sono apparse subito gravi, ma l’intervento dei soccorsi e il trasporto all’ospedale sono risultati vani, visto che è morto nella notte nella struttura ospedaliera.
Omicidio nel foggiano: la vittima legata al clan mafioso di Raduano
Secondo gli investigatori che indagano sulla vicenda l’omicidio sarebbe legato a una guerra mafiosa che è in corso a Vieste dal 2015, quando venne ucciso il boss Angelo Notarangelo detto “Cintaridd”. Antonio Fabbiano già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali, sarebbe stato legato al clan di Marco Raduano in contrasto con quello dei Notarangelo e con quello di Girolamo Perna per quanto riguarda la gestione dei traffici di droga con L’Albania. In particolare l’uccisione di Fabbiano sarebbe avvenuta in risposta all’omicidio del 6 aprile di Giambattista Notarangelo, cugino del boss.
La città di Vieste purtroppo è protagonista di questa faida mafiosa già da diversi anni, nel corso dei quali si sono susseguiti otto omicidi, in uno dei quali rimase ucciso Omar Trotta vicino al clan Notarangelo nel luglio 2017, quattro agguati falliti e un caso di lupara bianca.
Sono in corso ulteriori accertamenti per ricostruire la dinamica dell’omicidio e arrivare agli esecutori materiali. Sembrerebbe che i killer abbiano utilizzato più armi da fuoco, confermato dal ritrovamento sull’asfalto di numerosi bossoli.
I carabinieri del Comando provinciale di Foggia stanno ascoltando diversi esponenti dei clan rivali, sottoponendoli all’esame stub, per verificare l’eventuale presenza di polvere da sparo su mani e vestiti.