Omicidio Varani, Foffo e Prato rinviati a giudizio

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Manuel Foffo e Marco Prato, con l’accuso di omicidio premeditato,  accusati della morte di Luca Varani avvenuta nel marzo scorso in un appartamento nel corso di un festino a base di sesso e droga.

Oltre alla premeditazione la Procura contesta ai due le aggravanti della crudeltà e dei motivi abbietti e futili. Secondo l’autopsia il giovane era stato colpito circa 100 volte con un martello e accoltellato.

I due sin dalle prime battute hanno sempre scaricato la responsabilità dell’omicidio l’uno sull’altro, nei giorni scorso Prato aveva raccontato ai pm di essere stordito da alcol e droga e che era stato Foffo a portare a termine il massacro. “Ha fatto tutto Manuel Foffo – ha detto il trentenne pr -. Io non ho potuto impedirglielo perché ero anche stordito dalla droga e dall’alcol. Il suo è stato un raptus violento ed io sono rimasto bloccato anche perché lo amo e sono succube della sua personalità”.

I due assassini, 30 anni entrambi, hanno invitato Luca nel lussuoso appartamento di Manuel Foffo nel quartiere Collatino e dopo averlo spogliato, con l’obbiettivo di avere un rapporto sessuale, lo hanno costretto a bere l’Alcover, un farmaco che a quelle dosi avrebbe stordito anche un cavallo.

Foffo e Prato hanno prima provato a soffocare Varani con una corda di nylon e immediatamente dopo lo hanno colpito per ben 107 volte tra pugnalate e martellate. Le prime servivano per infierire dolore alla vittima, le seconde per uccidere. Le immagini del corpo di Luca fanno rabbrividire. Il cranio scalfito dai colpi, la bocca lacerata e il corpo bucato dalle pugnalate.

Secondo quanto riferito da Prato, Foffo aveva  pensato di sbarazzarsi del corpo. “Voleva portarlo al Circeo e sotterrarlo in un terreno – ha detto – e mi aveva anche chiesto di andare ad acquistare una pala per poter scavare”. Per quanto riguarda le armi utilizzate per il massacro, due coltelli e un martello sui quali sono state trovare tracce di Dna anche di Prato, il trentenne ha riferito al pm di averle “toccate per spostarle anche se Foffo mi aveva imposto di pulirle”. A marzo invece Foffo aveva dichiarato che era stato Prato a dare il colpo finale alla vittima.