Operai intossicati nel milanese: tre vittime, altri tre sono gravi

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Operai intossicati nel milanese, ieri pomeriggio nello stabilimento della Lamina spa sono morti tre uomini per esalazioni tossiche. La causa potrebbe essere l’inalazione di azoto, ma nulla si sa ancora per certo.

La Lamina spa è la ditta della famiglia Sanmarchi che la gestisce dal 1949 e che si occupa della produzione per laminazione a freddo di nastri di alta precisione in acciaio e titanio.

I carabinieri del Comando provinciale di Milano stanno ancora ricostruendo i fatti ma ci sono alcune notizie certe.

Operai intossicati nel milanese: una prima ricostruzione

Intorno alle 16.30, nella ditta di via Rho nel quartiere Greco, Arrigo Barbieri, 57 anni, e Marco Santamaria, 42 anni, stavano svolgendo degli straordinari, mezz’ora oltre la fine del loro turno di lavoro.

I due uomini si trovavano nella zona dei forni per riscaldamento a circa due metri di profondità, non è ancora noto se volessero riparare un guasto o semplicemente monitorare il buon funzionamento degli apparecchi. Hanno dunque disattivato l’allarme: sono stati ritrovati svenuti riversi all’interno delle cisterne.

Giancarlo Barbieri, fratello di Arrigo, è stato il primo ad accusare un malore subito dopo essere sceso all’inteno della cisterna.

Gli altri operai hanno chiamato i soccorsi mentre Alfonso Giocondo e Giampiero Costantino hanno cercato di aiutare Giancarlo, purtroppo senza riuscirci.

Giuseppe Setzu, 48 anni, è intervenuto nel tentativo di rianimare i colleghi. All’arrivo dei vigili del fuoco, della polizia e dei carabinieri c’erano quattro operai esamini.

Nonostante i tentativi di rianimazione tre di loro sono deceduti. L’unico superstite è Giancarlo Barbieri, attualmente attaccato alla macchina della circolazione extracorporea.

L’azienda è sotto sequestro, a curare le indagini sono i pm Tiziana Siciliano e Gaetano Ruta.

Operai intossicati nel milanese: un’azienda attenta alla salute?

«Un mio collega ha gridato perché ha visto un uomo a terra. Io, seguendo la procedura, sono uscito fuori per aspettare i soccorsi. I primi sono arrivati dopo tanto tempo, almeno mezz’ora» ha detto l’operaio Pasquale Arcamone e ancora “sono in questa azienda da 28 anni e non è mai successo nulla. L’azienda è sempre stata attenta alla salute, non capisco come sia potuto accadere. Un mese fa hanno fatto anche i controlli ai sensori. Ma oggi non è suonato nessun allarme. Il nostro titolare è molto attento alla sicurezza. Se qualcuno non indossa le protezioni prende un euro di multa che poi va in beneficenza”.

Sono in tanti coloro che hanno espresso la loro solidarietà nei confronti delle vittime e delle loro famiglie.

«Terribile l’incidente sul lavoro di Milano. Un pensiero commosso alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie», ha scritto su Twitter il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

«È una notizia tragica. In Italia c’è una buona legislazione, ma abbiamo sempre incidenti di questo tipo. C’è bisogno di controllo, e noi controlliamo 200mila aziende, ma c’è bisogno anche di una grandissima responsabilità degli imprenditori a gestire al meglio la sicurezza perché non deve accadere che un lavoratore rischi la propria vita o la propria salute», ha detto Giuliano Poletti, ministro del lavoro.

Operai intossicati nel milanese: le aspre parole di Fassina

«Ancora morti di lavoro. Ci stringiamo intorno alle famiglie. Ma non possiamo, non vogliamo rassegnarci. Non è stato fatto tutto il possibile. La magistratura indagherà, ma i numeri delle morti e degli incidenti indica che le leggi non sono adeguate oppure rimangono troppo spesso disapplicate. Le cause sono gli appalti al massimo ribasso e lo sfruttamento senza limiti delle persone al lavoro. Le cause sono la drammatica carenza di controlli per la carenza di ispettori. Basta lacrime di coccodrillo. Intervenire subito» sono le parole aspre di Stefano Fassina, esponente di Leu.

“Seguo con attenzione e con apprensione quanto è accaduto questo pomeriggio nella ditta di via Rho. Il mio pensiero va agli operai che hanno perso la vita mentre erano al lavoro e alle loro famiglie. Un abbraccio a chi sta lottando per farcela. Queste sono tragedie che non dovrebbero mai accadere. Dobbiamo continuare a operare affinché le condizioni di lavoro siano le più sicure possibili” ha detto Beppe Sala, sindaco di Milano su Facebook.

Anche l’arcivescovo di Milano si è espresso dicendo:”Colpisce che nella città dell’innovazione accadano ancora questi incidenti di cui sono vittime anche lavoratori di una certa esperienza. Siamo vicini alle famiglie e alle comunità degli operai morti e di quelli feriti e intossicati e assicuriamo loro le preghiere e il ricordo”.

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