Ordigno bellico Fano, rimosso e portato in alto mare: 23 mila evacuati
Ordigno bellico Fano. Rientrato l’allarme bomba a Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, scattato ieri 13 marzo a causa di un ordigno bellico ritrovato in via Ruggeri, nel lungomare di Sassonia , e innescato accidentalmente durante dei lavori del cantiere dell’Aser.
L’ordigno, risalente alla Seconda Guerra Mondiale lungo 1,10 metri e carico di circa 250 kg di tritolo, è stato prelevato e portato in mare, a due miglia a largo di Fano, dagli artificieri dell’esercito e dalla Marina Militare , dove vi resterà almeno per le prossime 144 ore, tempo stimato per l’eventuale esplosione, e successivamente distrutto.
La pericolosità della situazione ha infatti convinto il sindaco del comune di Fano Massimo Seri a dare avvio alla maxi operazione di evacuazione della zona, mettendo in sicurezza un raggio di 1,8 km dal luogo di ritrovamento, compresa la stazione, parte dell’ospedale Santa Croce, e sospendendo il traffico aereo per due km sopra Fano.
Ordigno bellico Fano: 23 mila evacuati nella notte
L’operazione si è svolta nel migliore dei modi, grazie all’intervento della protezione civile che ha allestito dei punti di raccolta e condotto le circa 23 mila persone in ricoveri allestiti presso le palestre, nelle quali sono rimaste tutta la notte.
È stato inoltre messo a disposizione un treno , nella stazione di Marotta, per accogliere 70 persone durante le operazioni di evacuazione. Dopo l’intervento degli artificieri,che hanno appunto portato la bomba lontano da Fano,e dato avvio alle operazioni di bonifica, la situazione è rientrata, portando il territorio fuori pericolo e facendo cosi rientrare i cittadini fanesi nelle loro abitazioni.
Il sindaco ha cosi ordinato la revoca parziale dell’ordinanza del giorno precedente, permettendo l’apertura degli uffici pubblici e degli esercizi privati, ma disponendo la chiusura delle scuole nella giornata di oggi 14 marzo, per limitare i disagi. La Marina Militare metterà in sicurezza la parte di mare in cui si trova l’ordigno, bloccando il traffico marittimo e aereo.