Oro storico per l’Italia ai Mondiali nel nuoto sincronizzato misto

Oro storico per l’Italia ai Mondiali nel nuoto sincronizzato misto

L’Italia del nuoto sincronizzato conquista un oro storico ai Mondiali di Budapest. Lo hanno conquistato Manila Flamini e Giorgio Minisini nel duo misto tecnico. I due azzurri, che dopo i preliminari di sabato erano secondi alle spalle della Russia, si sono aggiudicati il titolo con 90,2979 punti davanti alla stessa Russia (90,2639) e Stati Uniti (87,6682).

Primo oro nella storia del nuoto sincronizzato

Si tratta della prima medaglia d’oro nella storia del nuoto sincronizzato azzurro e la prima di questa rassegna iridata per l’Italia. Flamini e Minisini, atleti delle Fiamme Oro, hanno eseguito il loro esercizio sul tema ‘A scream from Lampedusà – curato da Michele Braga con la coreografia di Anastasija Ermakova – precedendo i russi Mikhaela Kalancha e Alekaandr Maltsev e gli statunitensi Kanako Kitao Spendlove e Bill May.
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Prima di adesso l’Italia aveva finora vinto tre medaglie, tutte di bronzo, ai Mondiali di nuoto sincronizzato: a Roma 2009 Beatrice Adelizzi nel solo e mentre a Kazan 2015 Giorgio Minisini era stato terzo con Manila Flamini nel duo misto tecnico e con Mariangela Perrupato nel duo misto libero.

Con il punteggio di 90,2929 punti superano la coppia russa, Mikhaela Kalancha e Alexsandr Maltsev (90,2639). La medaglia di bronzo va agli USA (87,6682) con il duo formato da Kitao Kanako e da quel Bill May considerato il leader del movimento

L’esibizione dedicata al dramma dei migranti

Manila Flamini e il 21enne Giorgio Minisini hanno voluto gareggiare ispirandosi al tema dell’immigrazione, hanno scelto  come musica “A scream from Lampedusa” (Un urlo per Lampedusa), del compositore Michele Braga. La coreografa Anastasjia Ermakova ha tratteggiato acrobazie acquatiche che descrivono la disperazione di chi fugge dalla guerra e dalle persecuzioni, dalla fame, con il sogno della liberta. L’esibizione inizia con un vero urlo di Giorgio, poi gli azzurri entrano in acqua. Due minuti e 40 secondi di grazia, tecnica e forza per fotografare una storia d’amore che si conclude in tragedia, una lei che non sopravvive al lungo viaggio della speranza e muore prima dello sbarco.

 

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