P.A., Brunetta “Il Pnrr grande catalizzatore delle riforme”

P.A., Brunetta “Il Pnrr grande catalizzatore delle riforme”

RENATO BRUNETTA
ROMA – “C’è una differenza sostanziale tra il mio primo mandato da ministro per la Pubblica amministrazione e il secondo: nel 2008 eravamo all’inizio della grande crisi economica dei subprime.

Ricordiamo tutti l’Europa di quegli anni, ‘sangue, sudore e lacrime,’ tagli e vincoli.

Avevo avviato cambiamenti importanti con la mia riforma di allora, ma non c’erano le risorse.

Tutte le riforme di allora sono state vanificate e raffreddate dalla mancanza di fondi pubblici.

Oltre allo stop dei rinnovi contrattuali, furono congelati il turnover, dunque le assunzioni, e i salari.

E, con l’accessorio bloccato, niente produttività.

Qualunque riforma, compresa la mia, mancò del propellente necessario”.

Lo ha sottolineato Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, intervenendo in videocollegamento all’evento “Capitale umano per il cambiamento sostenibile” promosso da “L’Economia” del Corriere della Sera.

“Il mio secondo mandato matura, invece, dentro il contesto del Pnrr, che è un grande catalizzatore di riforme e un contratto: 191 miliardi di euro di fondi europei, più altri 30-40 di risorse aggiuntive nazionali.

in cambio di riforme.

Un contesto totalmente diverso, opposto a 180 gradi rispetto a quello del 2008.

Ho cominciato questa seconda esperienza sbloccando il turnover, rinnovando i contratti e facendo le riforme.

Le prime due abilitanti del Pnrr, quelle per cui abbiamo ottenuto lo scorso agosto l’anticipo di 25 miliardi di euro, sono state le mie: semplificazioni e governance; Pubblica amministrazione.

Non so se sia l’intelligenza della storia.

So solo che ho potuto recuperare anche molte norme del passato, che adesso posso implementare.

Abbiamo potuto riaprire la stagione dei rinnovi contrattuali e sbloccare il turnover.

Nella Pubblica amministrazione saranno assunte a tempo indeterminato 100mila persone l’anno.

E torna il salario accessorio, che premia la produttività”.

Quali sono i profili più richiesti nella Pa? “Certamente giovani, laureati, dotati di competenze digitali, informatiche.

Servono ancora laureati in giurisprudenza, ma anche economisti, ingegneri, informatici.

Non è detto che si trovino facilmente, ma abbiamo introdotto cambiamenti epocali.

Come il portale del reclutamento inPA, una ventata di modernizzazione, una sorta di LinkedIn specializzato nella Pubblica amministrazione, che conta già su oltre 6 milioni di profili registrati e permette di estendere la ricerca di personale ai 16 milioni di iscritti a Linkedin Italia.

inPA sta crescendo: presto ospiterà una sezione dedicata alla mobilità”.

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