Padova, ristorante cinese serviva zampe d’orso: i Nas all’opera
In un ristorante cinese di Padova servivano nel piatto zampe d’orso, o forse di chissachè. Il pm Benedetto Roberti ha messo sotto inchiesta il titolare del ristorante cinese del China Ingross e un suo collega. L’inchiesta è partita sulla base di una foto postata su Facebook ed è stata già chiesta la consulenza ad un medico legale, la foto è diventata subito virale su Facebook e mostra carne sanguinolenta, bluastra e per niente appetitosa, che non ha le sembianze della zampa d’orso. Si vede anche una bacinella contenente due arti inferiori che somigliavano in modo inquietante a piedi umani. L’accusa è di aver violato le norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio. I controlli eseguiti dai militari hanno svelato l’arcano: si trattava di parti del corpo di un orso.
Il ristorante è ora indagato per violazione delle norma per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio. Sono stati gli stessi clienti che, notata la stranezza del piatto (considerato “prelibato” secondo scattidigusto.it, al mercato di Shanghai vengono vendute a 400 euro l’una) servito ad un tavolo di cinesi, hanno deciso di rivolgersi alle autorità.
Il Pm ha ordinato ai Nas di eseguire controlli in tutti i ristoranti cinesi di Padova e provincia. Tra i prodotti congelati i Nas hanno trovato cosce di rana scaduta il 2 novembre, e una confezione da 500 grammi di polpa di granchio, scaduta il 20 maggio.
La caccia all’orso è autorizzata poco oltre il confine italiano, in Slovenia per l’appunto (noi stessi vi abbiamo raccontato una cena raffinata nel ristorante Pri Lojzetu dello chef Tomas Kavcic, a mezz’ora d’auto dal confine di Gorizia, in cui è stata servita guancia d’orso). Controlli a tappeto sono scattati in tutti i ristoranti cinesi della zona: l’obiettivo è capire se si tratti di un caso isolato e portare alla luce eventuali altre irregolarità. Lo ha affermato il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin: “I rilievi del Nas hanno anche evidenziato che, nello specifico, erano presenti 55 chili di pesce senza etichette, cosce di rana scadute il 2 novembre e polpa di granchio da gettare il 20 maggio dell’anno scorso”.