Pantelleria, nessun pediatra sull’isola: l’Asp cerca medici stranieri
Nessun pediatra italiano ha accolto l’opportunità di trovare lavoro andando a prestare servizio presso il presidio sanitario “Bernardo Nagar” di Pantelleria e adesso l’Asp, se ancora una volta entro il 10 ottobre l’ennesimo bando, il decimo, andrà deserto, ha deciso di internazionalizzare l’avviso pubblico sperando che il pediatra sull’isola arrivi dall’estero.
L’appello di Pantelleria
L’avviso è tutt’altro che una provocazione: “Cercansi disperatamente pediatri e neonatologi, preferibilmente stranieri, per salvare il punto nascita di Pantelleria”. Dopo decine di bandi andati a vuoto, l’Asp di Trapani alza la posta in gioco aumentando il compenso a 90mila euro e aprendo le porte ai camici bianchi di altre nazionalità.
A rifiutare il posto sono stati anche i vecchi vincitori di concorso e con loro i tanti giovani pediatri senza lavoro che preferiscono restare disoccupati invece di approfittare dei posti disponibili, come quelli previsti dalla pianta organica del presidio Nagar. Pantelleria rischia di vedere svanire l’icona di stupenda isola delle vacanze, e diventare semmai l’isola dove la sanità resta dimenticata.
Il punto nascita dell‘isola, destinato a chiudere perché al di sotto dello standard nazionale dei 500 parti all’anno, è stato graziato nel 2015 dal ministero alla Salute dopo le proteste di piazza di residenti e amministratori, ma a quasi due anni dalla deroga è rimasto a porte chiuse perché non si trovano medici: “Abbiamo tre mesi di tempo per riaprirlo altrimenti la deroga scade”, spiega il commissario dell’Asp, Giovanni Bavetta.
“Abbiamo incrementato il compenso per mettere finalmente in sicurezza il punto nascita sono stupito del fatto che i giovani medici rifiutino un’esperienza professionale di un anno in un’isola come Pantelleria che può essere formativa per un neo specializzato, come lo è stata per me che ho iniziato la carriera di ginecologo proprio lì”, dice Bavetta.
Guardare altrove
Senza pediatri e neonatologi il presidio Nagar rischia la chiusura definitiva del punto nascite, e le coppie che decidono di avere un figlio devono fare i conti con costi salati, dovendosi trasferire altrove, fuori dall’isola: “Guardiamo perciò all’estero, ai medici stranieri”.